> FocusUnimore > numero 8 – ottobre 2020

La creazione di un nuovo fonendoscopio elettronico, uno strumento non invasivo in grado di effettuare uno screening e utilizzabile a livello ambulatoriale per la individuazione delle malattie interstiziali polmonari. È l’obiettivo che si è dato un team multidisciplinare che comprende ingegneri e medici di Unimore che stanno lavorando insieme per la creazione di una apparecchiatura del genere destinata a supportare efficacemente il sistema sanitario con positive ricadute sociali ed economiche.

La diagnosi precoce che si prefiggono i ricer- catori del progetto “DiCoSound – ER”, l’Ingegner Fabrizio Pancaldi, il Dottor Marco Sebastiani e la Dottoressa Andreina Manfredi dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, porterebbe infatti al miglioramento della gestione domiciliare del paziente, alla riduzione delle richieste di accertamenti strumentali e ad una migliore gestione delle risorse ospedaliere.

Il progetto DiCoSound-ER, finanziato da Unimore con il Fondo di Ateneo per la Ricerca 2016, dalla Regione Emilia-Romagna e dall’azienda Redox per un totale di circa 220.000 euro, si è focalizzato su malattie infiammatorie spesso complicate da un quadro di interstiziopatia polmonare (IP) quali l’artrite reumatoide, le connettiviti e la polmonite da COVID-19. È un gruppo di malattie in cui la diagnosi precoce è essenziale per la sopravvivenza dei malati, anche se la sintomatologia, come tosse secca e dispnea da sforzo, è aspecifica, tardiva e quindi poco utile per selezionare i pazienti da sottoporre a tomografia computerizzata (TC), che rappresenta la metodica diagnostica elettiva della IP, che tuttavia non può essere usata come esame di screening, sia per i costi sia per l’esposizione radiologica cui sarebbe sottoposto a volte inutilmente il paziente.

Una caratteristica peculiare della polmonite da COVID-19, invece, è l’assenza di una sintomatologia o di rilievi semeiologici rilevanti anche in presenza di evidente impegno polmonare alla TC.

Ne deriva un repentino decadimento funzionale, in assenza di prodromi clinici significativi, e che rende complesso il monitoraggio  del  paziente. La TC è in grado di predire la severità della malattia, ma i tempi tecnici per la sua esecuzione,  la numerosità e la difficoltà nella mobilizzazione dei pazienti, rendono la metodica non proponibile come screening. L’ecografia, altra metodica utilizzata, richiede personale addestrato non sempre sufficiente per fronteggiare un esteso numero di accertamenti ed è pressoché impossibile la sua esecuzione a domicilio.

Con il nuovo strumento, i pazienti vengono auscultati con un fonendoscopio elettronico e i file audio ottenuti vengono elaborati su un comune personal computer con gli algoritmi sviluppati.

I software valutano quantitativamente i suoni polmonari ed indicano la presenza di complicazioni polmonari.

I risultati sono già stati pubblicati su riviste internazionali – spiega l’Ingegner Fabrizio Pancaldi del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria (DISMI) di Unimore – e hanno evidenziato un’accuratezza diagnostica del 83,9% su pazienti con artrite reumatoide e del 82,6% su pazienti con connettivite. La validità della tecnologia ha consentito di disegnare due studi prospettici internazionali che coinvolgono 10 centri reumatologici italiani e 3 europei”.

Gli studi – precisa il Dott. Marco Sebastiani del Dipartimento Chirurgico, Medico, Odontoiatrico e di Scienze Morfologiche con Interesse Trapiantologico, Oncologico e di Medicina Rigenerativa di Unimore – hanno lo scopo di definire incidenza e prevalenza della IP nei pazienti con artrite reumatoide e sindrome di Sjogren primitiva. Molti farmaci sono stati considerati potenziali fattori causali della IP, da qui l’interesse di alcune case farmaceutiche allo svolgimento di studi prospettici che chiariscano gli aspetti epidemiologici della malattia. I due studi sono attualmente in fase di svolgimento”.

L’impatto sociale del nuovo strumento può consistere nel permettere di monitorare in modo oggettivo e non invasivo il decorso delle malattie fibrosanti del polmone, che comportano il rischio di fibrosi a livello di questo organo con la formazione di tessuto cicatriziale che compromette le funzionalità dei polmoni stessi. Attualmente la valutazione della progressione della malattia viene sostanzialmente affidata alla sensibilità e competenza del medico specialista. “Indipendentemente dall’esperienza e/o abilità del personale medico – prosegue la reumatologa Dott.ssa Andreina Manfredi la valutazione risulta soggettiva. Il nuovo strumento permette di monitorare in modo oggettivo e puntuale il decorso della malattia con apprezzabili vantaggi per la cura e la salute del paziente. Per quanto riguarda la pandemia da COVID-19, l’impatto sanitario e sociale atteso dal progetto comprende l’identificazione precoce ed immediata di persone con polmonite interstiziale da COVID-19, riducendo la necessità di richiedere sistematicamente la TC del torace, l’ottimizzazione della distribuzione dei pazienti in strutture sanitarie e in isolamento domiciliare, e potenzialmente una riduzione dei decessi per sindrome da distress respiratorio non identificata tempestivamente.

Questo nuovo fonendoscopio elettronico potrà essere utile ad una platea molto ampia di operatori, innanzitutto ai medici territoriali, che devono decidere se inviare gli assistiti in una struttura sanitaria per approfondimenti o mantenere l’isolamento domiciliare di un paziente positivo al virus SARS-COV-2 con o senza sintomi respiratori. Ma può rivelarsi altrettanto efficace per il personale sanitario, che opera in strutture attrezzate e che deve spesso decidere se richiedere un approfondimento con TC del torace di un paziente positivo o sospetto per COVID-19, e anche per tutti coloro che assistono in isolamento domiciliare le persone positive al virus SARS-COV-2 con sintomi sospetti per COVID-19.

Un fonendoscopio creato da un team Unimore multidisciplinare rivelerà la presenza di malattie interstiziali polmonari tra cui COVID-19