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software che processa le immagini fornite dalle   bile, da un campo estraneo, è possibile che quel
                telecamere, un tappetino che misura la forza eser-  particolare vincolo venga messo in discussione,
                citata nei punti di appoggio ed una speciale unità   aiutando quindi la squadra a pensare “out of the
                volta a fornire al paziente un feedback concreto   box”. Insomma, la figura del problem solver è di-

                mentre sta svolgendo gli esercizi. Questo sistema   ventata qualcosa di concreto e viene riconosciuta
                è in grado di riconoscere automaticamente quando   anche dalle aziende come tale. Nel mio caso è
                il paziente sbaglia il movimento, in funzione della   stato il programma SUGAR, con i suoi 9 mesi di
                specifica fase di riabilitazione prescritta dal fisio-  progetto, ad insegnarmi le basi della disciplina del
                terapista. Tuttavia, il dettaglio che rende MyPhysio   problem solving”.
                un sistema davvero rivoluzionario è il meccanismo   In conclusione Mirco  Tincani ha fatto il punto
                di feedback che guida il paziente nel movimento.   sull’esperienza appena vissuta: “MIT Grand Hack

                Il prossimo passo sarà quello di realizzare diversi   2020 è molto più che una semplice gara di inno-
                prototipi per ottimizzare la tecnologia”.      vazione, è una formidabile occasione di incontro
                Il giovane studente di Fisica di Unimore ama de-  e condivisione, in una comunità estremamente
                finirsi innanzitutto un problem solver, anche se   motivata a migliorare il futuro della medicina. La

                alle prime armi. Ed è proprio questo l’aspetto che   cosa che più mi ha colpito è il profondo impegno,
                ha voluto rimarcare in relazione alla sua recente   gli strumenti e i potentissimi canali che l’organiz-
                partecipazione al MIT Grand Hack.              zazione ci ha messo a disposizione. Insomma è

                “Quella del problem solver – ha detto - è una fi-  stata un’esperienza a trecentosessanta gradi e
                gura che può provenire dalle discipline più diverse   un’occasione di profonda crescita professionale”.
                e che spesso si unisce a squadre multidisciplinari
                per offrire il proprio particolarissimo punto di vista
                nell’analizzare e risolvere un problema/sfida asse-
                gnato al team. Ma non solo; il problem solver sa
                mettere a disposizione le conoscenze del proprio
                campo di studi, in una forma comprensibile alla

                squadra. Ormai le squadre multidisciplinari sono
                diffuse in praticamente tutti gli ambiti, da quelli
                legati alla ricerca a quelli più strettamente impren-
                ditoriali. Credo che sia una conseguenza del fatto
                che c’è una crescente tendenza a risolvere pro-
                blemi molto articolati, dove la soluzione per defini-

                zione dovrà contemplare punti di vista fortemente
                eterogenei. Spesso accade che le idee più inno-
                vative vengano innescate da professionisti aventi
                i background più imprevedibili. La spiegazione di
                questo fenomeno è semplice. I professionisti più
                vicini ed abituati a vedere quel particolare tipo di
                problema sono molto spesso inconsciamente vin-
                colati ad un certo tipo di flusso di pensieri, preclu-
                dendo magari la strada a quella che è la soluzione

                più efficace. Con l’aggiunta di una mente flessi-



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