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Le Officine Meccaniche Reggiane, nate all’inizio   creta a motori mai realizzati, tra cui l’Euro 401,
                del secolo scorso come azienda ferroviaria, ave-  ideato negli anni Quaranta dall’ingegnere Aurelio
                vano conosciuto il loro massimo splendore negli   Lampredi, poi destinato alla Ferrari.

                anni Trenta sotto la proprietà della famiglia Capro-  Il risultato è oggi visibile e accessibile sul sito
                ni, superando i diecimila dipendenti e diventando   www.reggiane3d.it, dove chiunque può esplorare
                la quarta industria italiana. Qui si erano progettati   i modelli 3D, scoprire i dettagli meccanici e com-
                treni, aerei e motori, e soprattutto si era forgiata   prendere il genio dei progettisti di allora.
                una scuola di ingegno e competenze che avreb-
                be alimentato per decenni la cultura tecnica del   L’incontro del 10 ottobre ha rappresentato non
                territorio.                                    solo la chiusura di un percorso di ricerca, ma an-
                                                               che un momento di restituzione pubblica alla città.
                  Attraverso la digitalizzazione dei disegni origi-  Dopo i saluti istituzionali e l’introduzione del Prof.
                nali, gli studenti e i ricercatori del DISMI hanno   Spaggiari, Adriano e Paolo Riatti hanno offerto
                trasformato le linee su carta in  modelli tridi-  al pubblico uno sguardo storico e personale sulla

                mensionali esplorabili, restituendo forma, mo-  parabola delle Reggiane, mentre Dario Scogna-
                vimento e funzione a macchine che avevano se-  miglio ha raccontato l’evoluzione tecnica del mo-
                gnato un’epoca. Ogni ricostruzione – dal motore   tore Euro 401, poi illustrato da Mauro Pedroni,
                avio CA24 RC60 al velivolo RE2005 Sagittario,   che ne ha presentato le varianti a due e quattro
                fino ai prototipi di motori per bicicletta – è diven-  tempi, realizzate per la prima volta a ottant’anni di
                tata un “gemello digitale” capace di raccontare la   distanza dal progetto originario.
                storia industriale con il linguaggio della tecnologia
                contemporanea.                                   A completare la giornata, il regista Giuseppe
                                                               Ghinami ha proposto un estratto del suo docu-
                  Attorno al Prof. Spaggiari si è raccolto un grup-  mentario La Vaca ad Fer – che fine ha fatto l’R60,

                po di giovani ingegneri di Unimore, supportati da   il trattore operaio?, dedicato al celebre trattore
                testimoni e studiosi come Adriano e Paolo Riatti   Reggiane, simbolo del legame tra industria e so-
                e Paolo Miana de Gli Archivi Ritrovati, che hanno   cietà. La presentazione del portfolio dei progetti
                messo a disposizione documenti e memorie fami-  digitali e una tavola rotonda sulle prospettive
                liari. Decisivo è stato anche il contributo del co-  future della memoria industriale hanno chiuso
                struttore Mauro Pedroni, che ha dato forma con-




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