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Di seguito si riporta la testimonianza di una studenti con DSA in Unimore.


                Nel mio percorso universitario ci sono stati momenti particolarmente duri. Il
                ripetere un esame numerose volte di certo non aiuta. Non aiuta trovare persone

                poco sensibili in merito alla tematica dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento,
                ma altrettanto aiuta avere una famiglia attenta che comprende il momento di
                sconforto che stai vivendo a fronte delle fatiche vissute e nonostante l’impegno
                profuso.
                Con i miei tempi e secondo la situazione che ho vissuto ho, però, superato
                l’ostacolo.



                A livello comportamentale le persone adulte con DSA mostrano difficoltà
                nell’organizzazione personale e professionale e nelle modalità di apprendimento
                (inclusa la gestione del tempo); nei processi di decodifica verbale, di comprensione
                di un testo scritto, nella compitazione e si mostrano lenti in scrittura; hanno
                difficoltà nel campo della matematica per quanto riguarda aspetti procedurali
                come il riconoscimento del simbolo matematico e l’applicazione delle procedure
                di calcolo a  mente; possono  presentare difficoltà di espressione verbale,  ad
                esempio nella scelta dei vocaboli e dell’ordine degli stessi, che possono rendere
                talvolta inefficace l’eloquio; infine le persone adulte con DSA riferiscono difficoltà

                di memoria e in particolare di memoria a breve termine.
                La maggior parte degli esperti concorda sul fatto che il Disturbo Specifico
                dell’Apprendimento sia una condizione cronica che può migliorare e cambiare
                spontaneamente. Tale mutevolezza viene a manifestarsi maggiormente in età
                adolescenziale e adulta. La naturale compensazione di alcune originarie difficoltà,
                oltre che la mancanza di marcatori biologici, rende il disturbo stesso una “sfida
                invisibile”, poiché non evidente ad occhio nudo all’osservatore.



                Negli studi di giurisprudenza sono necessari estremo rigore e molto ordine
                mentale.
                Ho smesso di frequentare, perché il confronto con i pari era frustrante e seguire
                le lezioni non utile, se non alcuni corsi selezionati. Ho sperimentato delle strategie
                che applico ancora oggi, ovvero dedicare un’intera giornata a leggere l’indice,
                a ragionarci sopra e a capire come è costruito per creare un filo logico. Questa
                tecnica l’ho individuata e sperimentata in completa autonomia, nessuno mi ha
                dato indicazioni. Ammetto che quando mi preparavo agli esami di giurisprudenza

                a volte non riuscivo a finire di leggere i manuali, ho dovuto pertanto sviluppare
                ragionamento e riflessione sulla consequenzialità che sono gli elementi che mi
                hanno portata anche al proseguo della carriera.


                Sicuramente ho affrontato momenti difficili, mi riferisco al Corso di Laurea in
                Giurisprudenza, perché a quello di Scienze e Tecniche Psicologiche ci sono





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