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zione del progetto l’epistolario di Rosa conservato   Infine, il lavoro del Prof. Mandrioli recupera, rac-
                nei propri archivi, un corpus di oltre 700 lettere   conta e rende disponibile alla cittadinanza un pe-
                che Rosa scambiava con i principali scienziati ita-  riodo significativo della storia del nostro Ateneo. È
                liani e stranieri che si occupavano di questi temi   infatti in quell’arco di tempo che vanno forman-

                all’epoca. La preziosa opera di digitalizzazione   dosi i musei universitari e da questo lavoro è
                dell’epistolario è stata possibile grazie al lavoro   derivata l’osservazione che proprio all’inizio del
                di Vincenzo Negro. Se infatti gli articoli possono   ‘900 il nostro museo di zoologia e anatomia com-
                essere scansionati a media risoluzione, le lettere   parata, che originariamente aveva un chiaro im-
                devono necessariamente essere digitalizzate ad   pianto evoluzionistico, è andato progressivamente
                alta risoluzione per rendere comprensibili e inter-  convertendosi in una pura collezione ed esibizione
                pretabili testi scritti a mano.                di campioni.

                L’epistolario di Rosa, che scambiava idee ed opi-  A partire da questa considerazione, e grazie ad
                nioni con scienziati del calibro di Laecker e Lom-  una collaborazione con la Prof.ssa Vallori Rasini
                broso, permette di comprendere come nascono e   e il Prof. Antonello La Vergata del DSLC, nonché
                si evolvono le idee, ma anche di avere uno spac-  con la Prof.ssa Antonella Ferretti del DSCG, è

                cato della storia e cultura italiana di quel periodo.   nata l’idea di sfruttare lo spostamento del museo
                Molti degli allievi di Rosa vengono infatti reclutati   dall’attuale sede alla futura sede presso AGO Mo-
                nell’esercito durante la Prima guerra mondiale   dena Fabbriche culturali, negli Spazi del ex Ospe-
                e gli scrivono dal fronte. Le lettere che Rosa e i   dale civile Sant’Agostino per recuperare l’impianto
                suoi allievi-soldato si scambiano, e che il lavoro   originale del museo e restituirlo alla cittadinanza
                del Prof. Mandrioli sta rendendo disponibili alla   con la giusta prospettiva storica e scientifica.
                comunità scientifica, offrono una visione singolare   In questo quadro, la Prof.  Tiziana Altiero del

                ed interessante di quel momento storico.  Da un   DESU metterà a disposizione le sue competenze
                lato, infatti, ci raccontano di soldati che mentre   pedagogiche, legate  in particolare  alla didattica
                combattono al fronte non perdono la voglia di fare   della scienza, per mettere a punto un disegno del
                ricerca e si campionano materiale sul campo per   nuovo museo in questa prospettiva.
                futuri studi. Dall’altro lato, alcune lettere raccon-
                tano in maniera cruda la brutalità della guerra   Si è dunque dinanzi ad un prezioso lavoro di
                combattuta, la difficile situazione politica dell’im-  collaborazione che, partito da un progetto del
                mediato dopoguerra e tutta la fase di ripartenza   solo Prof. Mandrioli, mette oggi insieme compe-

                della ricerca dopo il primo conflitto mondiale.   tenze diverse per raccontare alla comunità non
                                                               solo accademica, come nasce e si evolve un’idea
                La lettura di questi documenti è però anche l’oc-  scientifica.

                casione per raccontare al grande pubblico, aldilà
                dei contenuti scientifici, l’idea stessa di scienza
                e la percezione che della scienza si aveva
                all’epoca. Traspare, infatti, dai testi e dalle let-
                tere digitalizzate una fiducia nella scienza come
                strumento ineluttabile di progresso che avrebbe
                cambiato il nostro modo di vedere il mondo, e di
                viverlo, che cozza con la diffidenza verso la comu-
                nità scientifica che – talvolta – si percepisce oggi.






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