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nità d’Italia, le donne restano del tutto assenti Dai numeri e dalle vicende personali emerge
dall’università modenese. L’unica eccezione la tenacia delle donne laureate e la lentezza
riguarda le allieve e le insegnanti del Corso per con cui il sistema universitario ha aperto le proprie
Levatrici, dove, tra il 1876 e il 1890, si conta- porte al contributo femminile. Un cammino fatto
no da due a cinque studentesse l’anno. Il numero di ostacoli, pazienza e determinazione, che
cresce gradualmente: nel 1900 risultano 16 allie- oggi si intreccia con le celebrazioni dell’Ateneo.
ve, che diventano una trentina nel 1916.
Questa ricerca si inserisce in un rapporto di
Con l’inizio del Novecento prende forma quella scambio e collaborazione tra l’Ateneo e il Centro
che le studiose definiscono “l’epoca delle pio- documentazione donna, in corso da molti in anni:
niere”: cominciano a comparire le prime stu- in particolare sono attivi protocolli d’intesa e ac-
dentesse nei corsi universitari e, molti anni cordi per attività didattiche, formative, di studio e
dopo, le prime docenti. di ricerca con il Dipartimento di Studi Linguistici e
Si tratta di figure isolate, destinate a cambiare Culturali; il Centro di Ricerca Interdipartimentale
davvero il volto dell’Ateneo in profondità solo nella su Discriminazione e Vulnerabilità-CRID presso
seconda metà del secolo. il Dipartimento di Giurisprudenza; il Centro di ri-
cerca interdipartimentale sulle Digital Humanities
Fino agli anni Venti del ‘900 si registrano una (DHMORE).
o due immatricolate all’anno, non più di dieci fino
agli anni Quaranta. La ricerca – che è stata seguita dagli inizi e nel
suo sviluppo dalla Dott.ssa Vittorina Maestroni
Il vero incremento arriva negli anni Ses- per il Centro documentazione donna e dal Prof.
santa, con la generazione nata dopo la Seconda Thomas Casadei in qualità di delegato alla co-
guerra mondiale e con l’espansione dell’università municazione di ateneo e componente del Tavolo
di massa. per le celebrazioni dell’850° – ci ricorda come la
Eppure, la quota di studentesse resta sotto il storia dell’università sia anche la storia del co-
30% fino ai primi anni Ottanta. raggio di chi vi ha cercato spazio e dignità, sul
piano scientifico e umano.
Le prime docenti compaiono nel 1919,
spesso con incarichi secondari
come assistenti volontarie o tec-
niche incaricate.
Nel 1925 viene nominata la
prima donna libera docente,
ma si deve attendere il 1958 per
trovare una professoressa or-
dinaria: Eugenia Montanaro
Gallitelli, seguita nel 1960 da
Lina Raffa. Per sedici anni sa-
ranno le uniche a ricoprire quel
ruolo. Delle loro vite e carriere,
come di molte altre protagoniste
di questa lunga storia, la ricerca
ha ricostruito profili e biografie.
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