> FocusUnimore > numero 62 – ottobre 2025

In Modena, an exhibition dedicated to Unimore’s historic scientific instruments
To mark the 850th anniversary of university studies in Modena, the University of Modena and Reggio Emilia (Unimore) is hosting the exhibition “Tesori Modenesi Ritrovati” (Rediscovered Modenese Treasures), dedicated to the University’s historic scientific instruments. Promoted by the Department of Physics, Computer Science and Mathematics in collaboration with the National Academy of Sciences, Letters and Arts of Modena, the exhibition — held at Palazzo Coccapani d’Aragona until 21 December — features around one hundred instruments used between 1750 and 1920, recently restored. The exhibition offers an immersive journey through the history of Modena’s scientific culture, enriched by historical documents and rare books, and is accompanied by events and guided activities for the public and schools, fostering dialogue between the University and the city.

Nell’anno in cui si celebrano gli 850 anni della fondazione degli studi universitari a Modena, l’Università di Modena e Reggio Emilia apre le proprie porte alla città per condividere un patrimonio tanto prezioso quanto poco conosciuto: la strumentazione scientifica storica dell’Ateneo.

Il Dipartimento di Scienze Fisiche, Informatiche e Matematiche (FIM) di Unimore, in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Scienze, Lettere ed Arti di Modena, ha infatti promosso la mostra a ingresso libero “Tesori Modenesi Ritrovati”, che ha inaugurato sabato 4 ottobre a Palazzo Coccapani d’Aragona (Corso Vittorio Emanuele II, 59) e resterà aperta fino al 21 dicembre.

Gli strumenti esposti, circa un centinaio, raccontano oltre un secolo e mezzo di storia della scienza: furono utilizzati tra il 1750 e il 1920 per la didattica e la ricerca nei laboratori dell’Ateneo, poi riposti e dimenticati in casse e depositi. Solo di recente sono stati riscoperti e restaurati grazie all’impegno dell’Associazione Amici del Corni, che ha collaborato con le prof.sse Rossella Brunetti e Sandra Morelli, curatrici della mostra insieme a Licia Beggi Miani, segretario generale dell’Accademia Nazionale di Scienze, Lettere ed Arti di Modena.

La collezione, composta da strumenti di metrologia, meccanica, astronomia, fluidi e calore, elettricità e magnetismo, acustica e ottica, energia in trasformazione, restituisce il senso di un’epoca in cui la conoscenza scientifica era al tempo stesso indagine teorica e meraviglia sperimentale.

L’allestimento è pensato per offrire a ogni visitatore — anche a chi non ha competenze scientifiche — un’esperienza immersiva, quasi un viaggio nel tempo tra scoperte, idee e invenzioni.
In occasione degli 850 anni, l’Ateneo si apre alla città svelando una collezione di circa 100 strumenti scientifici, esposti in un inedito allestimento presso la sede dell’Accademia, che a sua volta ha contribuito con preziose testimonianze documentarie. La mostra coniuga sapere, storia e vita della città di Modena da metà Settecento all’inizio del Novecento, in un contesto fruibile anche ai non esperti”, spiega la prof.ssa Rossella Brunetti.

Accanto agli strumenti, i visitatori potranno ammirare una selezione di documenti e libri antichi provenienti dall’Archivio storico e dalla Biblioteca dell’Accademia, curata da Licia Beggi Miani. Questi materiali testimoniano il ruolo cruciale che l’Accademia ebbe nello sviluppo del pensiero scientifico modenese tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, in un dialogo costante con l’Università.

La collezione universitaria è infatti intimamente legata all’istituzione che la ospita: un luogo, ieri come oggi, di osmosi tra comunità scientifica e cittadinanza colta e curiosa, desiderosa di restare al passo con il progresso del sapere.

La mostra sarà accompagnata da un ricco programma di incontri, visite guidate e iniziative per le scuole, che condurranno il pubblico in alcuni dei luoghi simbolici della ricerca scientifica modenese: l’Osservatorio Geofisico, il Museo Civico, il Museo della Bilancia e il Seminario Metropolitano. Un modo per intrecciare la storia degli strumenti con quella della città, che nel corso dei secoli ha saputo accogliere e promuovere l’innovazione scientifica come parte integrante della propria identità culturale.

In occasione dell’esposizione è stato pubblicato il volume “Tesori Modenesi Ritrovati”, edito da Franco Cosimo Panini, che raccoglie le schede degli strumenti e approfondisce il contesto storico e culturale in cui nacquero, illustrando come la scienza modenese si sia evoluta insieme al tessuto sociale ed economico del territorio.

La mostra è visitabile a ingresso libero nei seguenti orari: Giovedì e venerdì dalle15.00 alle 18.30; Sabato dalle 10.00 alle 18.30 e Domenica dalle 14.30 alle 18.30. Per informazioni e prenotazioni: www.strumentazionestorica.unimore.it

A Modena una mostra dedicata alla strumentazione scientifica storica dell’Università