> FocusUnimore > numero 38 – luglio 2023

Care and communication: Unimore’s project for “patient trainers”
The EduCare Laboratory directed by Dr. Maria Stella Padula is a project involving “patient trainers” who, through advanced training courses, learn how to help those working in hospitals to keep the sick person at the centre of attention. Improving communication between doctor and patient, listening and a good relationship between the caregiver and the person being cared for are among the foundations of the courses in “Didactic methodologies for teaching medicine with ‘patient trainers’”, directed by Prof. Fausta Lui, in the first edition, and Prof. Carla Palumbo, in the second edition. The original project was the result of the right insight of Vincent Dumez, co-director of the CEPPP in Montreal. Professors from the Department of Biomedical, Metabolic and Neural Science and the Department of Education and Human Sciences at Unimore took the Canadian experience as a starting point to replicate it in Modena by including co-teaching with patients in the degree programmes of Medicine, Nursing, Midwifery, Occupational Therapy and Radiotherapy. The need arose from the increased use of diagnostic and treatment technologies that in many cases sacrificed the centrality of the relationship between the doctor and the patient. Creating a training and research centre with patients brings many benefits to all involved.

Coinvolgere i pazienti nella formazione dei medici e, in generale, dei professionisti della salute è l’obiettivo del Laboratorio EduCare (https://www.educare.unimore.it/), diretto dalla Dott.ssa Maria Stella Padula, un progetto che vede coinvolti “pazienti formatori” che, una volta formati, attraverso corsi di perfezionamento potranno aiutare chi lavora nelle strutture ospedaliere a mantenere il malato al centro dell’attenzione e non solo la malattia.

Migliorare la comunicazione tra medico e paziente, imparare l’importanza dell’ascolto e della buona relazione tra il curante e la persona assistita, sapere spiegare come si vive in una condizione di disabilità o di malattia cronica: sono queste le basi dei corsi in “Metodologie didattiche per l’insegnamento della medicina con i “pazienti formatori”, diretti dalla Prof.ssa Fausta Lui, nella prima edizione, e dalla Prof.ssa Carla Palumbo, nella seconda edizione.

Il progetto originario è nato dalla felice intuizione di Vincent Dumez[1], ora Codirettore del CEPPP di Montreal; i docenti del Dipartimento di Scienze Biomediche Metaboliche e Neuroscienze e del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane di Unimore, Maria Stella Padula, Fausta Lui, Paola Ferri, Carla Palumbo, Michele Zoli e Giorgio Zanetti, hanno preso spunto dall’esperienza canadese per replicarla a Modena inserendo, nei corsi di laurea di Medicina, Infermieristica, Ostetricia, Terapia occupazionale e Radioterapia, la co-docenza con i pazienti, per preparare operatori e operatrici capaci di cure più umane.

L’esigenza, in particolare, è nata dall’aumento dell’uso di tecnologie di diagnosi e cura che in molti casi hanno sacrificato la centralità della relazione tra il medico ed il paziente.

[1]Si veda in proposito l’articolo Chi sono i pazienti-partner che insegnano medicina accanto ai professori universitari pubblicato su Corriere Salute, 30 aprile 2023, (https://www.corriere.it/salute/23_maggio_02/pazienti-partner-medicina-insegnano-4e62065e-e4fd-11ed-9767-c520489f6dde.shtml), in cui è presentata anche l’esperienza didattica dell’Ateneo di Modena e Reggio Emilia.

Creare un centro di formazione e ricerca con i pazienti porta molti vantaggi a tutte le figure coinvolte: ai “pazienti formatori” che, formati dall’Università, possono trasmettere competenze trasversali, come la comunicazione della diagnosi, l’adesione alle cure complesse, l’adattamento al cambiamento indotto dalla malattia; agli stessi professionisti sanitari e medici che potranno comunicare con i pazienti offrendo “il volto umano” che è alla base del loro lavoro; ai pazienti che incontreranno camici bianchi formati dai pazienti “formatori”.

Accanto al docente che insegna la malattia, come e perché insorge, come si manifesta, come si cura, anche i pazienti potranno insegnare. Una volta formati attraverso questo Corso di Perfe­zionamento – afferma la Dott.ssa Maria Stella PadulaDirettrice del Laboratorio EduCare e referente del Corso di Unimore – studenti, studentesse e professionisti della salute avranno aggiunto al loro bagaglio formativo contenuti rilevanti come: l’importanza dell’ascolto e della buona relazione fra medico e paziente, fra medico e infermiere, e con la famiglia e il caregiver (“paziente nascosto”); cosa significa vivere con la malattia, soprattutto con la malattia cronica, e con i suoi esiti; come ci si adatta al cambiamento; come si fa a vivere con la disabilità e la non autosuf­ficienza, con le paure e la fatica quotidiana dell’essere malato, con la paura di morire”.

 “Obiettivo del metodo e dei contenuti per la formazione con i pazienti –afferma la Prof.ssa Carla Palumbo, Direttrice dell’ultimo corso – è quello di voler mettere in evidenza alcuni aspetti positivi e meno divulgati della cura, cioè le “buone pratiche”, che sono contenuti origi­nali irrinunciabili di insegnamento. L’obiettivo del corso è insegnare con i pazienti per umanizzare la cura attraver­so il vissuto appreso dei pazienti stessi, dei caregiver, dei docenti di Medicina, degli studenti, delle studentesse e di tutti i professionisti dell’area medi­ca, sia dell’Ospedale sia del Territorio, con l’interesse sia dell’ASL sia dell’Azienda Policlinico”.

Nel Corso di Perfezionamento e nel laboratorio EduCare –conclude la Dott.ssa Maria Stella Padula mi preme sottolineare che il coinvolgimento del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze e del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane sono la vera espressione dell’integrazione fra scienze mediche e scienze umane che è alla base del progetto EduCare per l’umanizzazione della cura. I corsi, inoltre, vedono il sostegno della SIMG – Società Italiana di Medicina Generale, dell’Associazione Tandem APS e della Fondazione di Modena”.  

Cura e comunicazione: il progetto di Unimore per pazienti “formatori”