> FocusUnimore > numero 58 – maggio 2025
Unimore has presented the first Sustainability Report. The document highlights strategic investments in key areas such as construction, mobility, inclusion, equity, and organisational well-being, with particular focus on environmental and energy sustainability. Among the priority actions are the construction of new high-performance buildings, the renovation of existing ones, and the installation of photovoltaic systems. The medium-term goal is the University’s energy independence through the use of renewable sources and the conversion of systems from thermal to electric. Unimore’s project stands out as a virtuous model in the Italian university landscape, having received national recognition and European interest.
Il Magnifico Rettore ha presentato, il 15 maggio scorso, il primo Bilancio di Sostenibilità dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Tale Bilancio di Sostenibilità, riferito all’anno 2023, ha visto la luce dopo un percorso di oltre un anno con l’approvazione degli organi accademici.

Nel Bilancio di Sostenibilità Unimore, tante sono le voci importanti: investimenti strategici (con particolare riguardo a quelli rivolti agli studenti), edilizia, mobilità, ma anche inclusione, equità e benessere organizzativo.
In questo vasto panorama, è facile intuire come l’edilizia e le problematiche energetiche rappresentino un punto fondamentale, ed è proprio su questi settori che riportiamo qui alcune considerazioni e risultati.
L’Ateneo di Modena e Reggio Emilia affronta da anni i temi dello sviluppo edilizio e dell’efficienza energetica in maniera sistematica, utilizzando la strategia della pianificazione pluriennale come strumento essenziale.
Il Primo Piano Energetico Unimore risale al 2013 (con inizio delle attività nel 2008), aveva valenza sessennale e si è evoluto nel Secondo Piano Energetico di Ateneo, ancora di durata sessennale.
Oggi, con il Terzo Piano Energetico 2023-2025, siamo arrivati ad una frequenza triennale e, punto ancora più importante, il Piano Energetico è diventato ufficialmente parte integrante del Piano Strategico di Ateneo.
In questo sviluppo temporale, la pianificazione energetica Unimore ovviamente ha sempre fatto riferimento ai sistemi edificio-impianto dell’intero parco edilizio Unimore, e quindi il termine “piano energetico” deve essere inteso, in ogni momento, come “documento di pianificazione edilizia, impiantistica ed energetica sostenibile”.
È opportuno ed importante sottolineare come le attività di pianificazione edilizia ed energetica Unimore siano state caratterizzate, fin dall’inizio, da un approccio basato su criteri qualitativi e quantitativi al tempo stesso. In altre parole, se da un lato sono sempre stati obiettivi fondamentali lo sviluppo edilizio, l’efficienza energetica e la sostenibilità economica-ambientale-sociale, dall’altro è stato ritenuto indispensabile effettuare ogni tipo di analisi sulla base di dati oggettivi, affidabili e verificabili.
Ecco quindi che, ad oggi, l’Università di Modena e Reggio Emilia rappresenta un caso probabilmente unico fra gli Atenei italiani, disponendo di:
- censimento dettagliato del patrimonio edilizio ed impiantistico (dalla volumetria di ogni edificio alla stratigrafia di ogni parete, dalla più grande centrale termica alla singola lampadina di ogni ufficio);
- consumi energetici elettrici, termici ed idrici di ogni edificio (sia per anno solare sia per stagione di riscaldamento, raffrescamento, etc.);
- peso relativo, in percentuale sul totale, di ogni singolo edificio sul bilancio complessivo di Ateneo (potendo così individuare un ristretto gruppo di strutture che rappresenta più dell’80% dei consumi totali di Unimore);
- analisi approfondita di interventi migliorativi consigliati, suddivisi per priorità di impatto sui consumi, costi e tempi di ritorno degli investimenti, esigenze delle parti interessate per gli scopi di didattica e ricerca.
Dal Primo al Terzo Piano Energetico di Ateneo si è passati da una capillare raccolta di dati e informazioni su edifici e impianti ad una individuazione di priorità di intervento, fino all’attuale fase di progettazione e realizzazione delle opere pianificate.
In questo contesto, un ruolo fondamentale è svolto dalla pianificazione e progettazione di nuove strutture, sia in sostituzione di edifici esistenti ed obsoleti sia ad ampiamento di edifici per esigenze didattiche e di ricerca sia per la creazione di spazi e servizi per gli studenti.
In questo ambito si collocano iniziative di grande impatto sull’Ateneo, come per esempio quella della realizzazione di un nuovo edificio destinato ad accogliere gli Istituti Biomedici.
In questo caso, le analisi svolte all’interno dei successivi Piani Energetici hanno evidenziato come la realizzazione di un nuovo edificio ad alte prestazioni e massima efficienza rappresentasse di gran lunga una soluzione preferibile ad interventi di riqualificazione su un fabbricato di fatto irrecuperabile come l’attuale MO-15 Scienze Biomediche.
Questo esempio di nuova costruzione necessaria è un caso emblematico: il nuovo edificio sarà minimamente energivoro (-80% rispetto al vecchio), farà ricorso ampiamente a fonti energetiche rinnovabili, ma avrà caratteristiche di massima sostenibilità anche nella scelta dei materiali e delle tecnologie adottate.
Gli stessi criteri, applicati alle nuove costruzioni a Reggio Emilia, al Polo Tecnologico di Carpi, ai nuovi studentati e all’ampliamento del padiglione didattico di Ingegneria a Modena, garantiscono il rispetto del concetto di “crescita sostenibile” che, come si è detto precedentemente, costituisce un punto chiave sia all’interno del Bilancio di Sostenibilità Unimore sia, più in generale, all’interno del Piano Strategico di Ateneo.
Parallelamente a nuove costruzioni e riqualificazioni, un’altra categoria di interventi assume un’enorme importanza nell’ottica della “pianificazione energetica sostenibile”: è quella della progettazione e realizzazione di pannelli fotovoltaici sulle coperture di edifici esistenti (nel campus di Ingegneria e nel campus di Scienze a Modena, ), su pensiline in parcheggi di svariate aree Unimore, e ovviamente su edifici appena costruiti (polo di Carpi) o di imminente costruzione (nuovi Istituti Biomedici).
Questo intervento, insieme al futuro auspicabile progetto di Comunità Energetiche Rinnovabili a Modena, a Reggio Emilia e a Carpi, si inserisce all’interno di una visione a medio termine che rappresenta probabilmente la principale linea guida con cui si può sintetizzare il significato di tutte le attività descritte finora: stiamo parlando dell’obiettivo dell’indipendenza energetica di Ateneo.
L’attuale emergenza climatica ed ambientale, associata ad una crisi di tipo geopolitico di cui non si vede una conclusione in tempi brevi, determina un livello preoccupante di incertezza in campo energetico e quindi economico, soprattutto per un Paese povero di fonti primarie fossili come il nostro.
In questo ambito, Unimore si sta muovendo da anni all’interno di un progetto strategico semplice nei princìpi ma complesso nella realizzazione: rendere l’Ateneo sempre più immune da situazioni contingenti imprevedibili e incontrollabili (esempio classico l’impennata delle tariffe elettriche e del gas naturale all’inizio della guerra russo-ucraina). Questo percorso progettuale di Unimore, ad oggi, sta avendo riscontri di massimo apprezzamento in ambito RUS (Rete delle Università Sostenibili) e ha ricevuto manifestazioni di interesse a livello di Unione Europea.
Un futuro in cui Unimore generi autonomamente, mediante fonti rinnovabili, gran parte dell’energia che consuma, convertendo contemporaneamente da termici ad elettrici la maggior parte degli impianti termotecnici, è sicuramente di complessa realizzazione, ma possiamo affermare con orgoglio di aver superato il livello dei buoni propositi lavorando convintamente su pianificazione e progettualità sostenibile.