> FocusUnimore > numero 9 – novembre 2020

C’è un legame profondo che unisce, fin dalla sua nascita, la sede reggiana di Unimore, e segnatamente del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria, radice di quella rigogliosa pianta che poi è diventata la Facoltà di Scienze della Formazione e, ora, il Dipartimento di Educazione e Scienze Umane (DESU), e la realtà di una esperienza educativa sviluppatasi a Reggio Emilia rivolta all’infanzia, che ha fatto scuola nel mondo.

Da subito si è stabilita una osmosi tra una tradizione educativa, unica ed esemplare, condotta nel territorio da operatrici ed operatori e qualificati/e esperti/e e l’azione formativa e di ricerca realizzatasi all’ombra del DESU. Ne sono scaturiti, negli anni, studi, progetti e nuove iniziative utili ad alimentare e far progredire, sul piano scientifico e culturale, un’esperienza che è da tempo studiata a livello internazionale.

Il Centro di ricerca “Metaphor and Narrative in Science” del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane (DESU) è tra questi. Nato nel 2016 e diretto dalla Professoressa Annamaria Contini, promuove ricerche di carattere multidisciplinare sul ruolo della metafora e della narrazione nell’educazione e nella comunicazione scientifica.

Tali ricerche mirano a valorizzare il legame tra valore conoscitivo e creativo della metafora, la sua capacità di facilitare l’apprendimento dei concetti scientifici e insieme di ridescrivere la realtà aprendo nuovi spazi di significato. Per questa ragione, un’attenzione particolare viene dedicata ai processi di produzione delle metafore e alle metafore multimodali –, cioè quelle dove sono coinvolti almeno due codici, ad es. visivo e verbale, che si intrecciano costruendo significati inediti.

Proprio la creatività e multimodalità dei processi metaforici nel particolare contesto della prima infanzia è stato l’originale focus di un progetto di ricerca realizzato a partire dal 2016 da Scuole e Nidi d’infanzia – Istituzione del Comune di Reggio Emilia, Reggio Children e Centro di ricerca “Metaphor and Narrative in Science”.

Il tema della metafora ha incontrato da subito il vivo interesse delle istituzioni coinvolte: secondo la filosofia educativa del “Reggio Approach”, il dispositivo metaforico – in particolare quello multimodale, con la sua capacità di ‘incarnare’ le astrazioni – può essere considerato una modalità naturale di conoscenza per le bambine e i bambini oltre che un’attitudine da potenziare a beneficio del pensiero divergente e della qualità della descrizione del mondo.

A testimonianza del legame tra ricerca universitaria e realtà territoriale, l’attività di ricerca si è svolta in due nidi e due scuole dell’infanzia comunali di Reggio Emilia, coinvolgendo – oltre al personale accademico – insegnanti, educatrici, atelieriste, pedagogiste, e ha trovato grande sostegno nella ricerca compartecipata tra adulti e bambini/e e nella centralità della relazione che caratterizza la prassi operativa di questi contesti educativi. Tali aspetti hanno anche offerto importanti elementi alla riflessione e alla ricerca teorica: l’importanza della dimensione intersoggettiva nell’analisi e nella produzione delle metafore, la connessione tra bellezza e condivisione, nonché tra etica ed estetica nell’apprendimento.

I risultati delle attività svolte sono stati presentati nella Mostra“Un pensiero in festa. Le metafore visive nei processi di apprendimento dei bambini”, inaugurata a Reggio Emilia il 12 maggio 2018, presso la Sala Gerra del Centro Internazionale “Loris Malaguzzi”, e terminata a fine febbraio 2020: in un allestimento originale e specificamente curato per il progetto, secondo la tradizione del Centro, sono state esposte le opere metaforiche dei bambini insieme alla documentazione dei processi per realizzarle e alle domande di ricerca collegate.

La mostra MostraUn pensiero in festa. Le metafore visive nei processi di apprendimento dei bambini” ha avuto un pubblico ampio e variegato, composto da circa 13.400 persone tra insegnanti, educatori/educatrici, docenti universitari, pedagogisti, studenti/studentesse, amministratori/amministratrici, professionisti/e nell’ambito dell’educazione e della formazione, oltre che famiglie e visitatori del Centro Malaguzzi italiani e stranieri.

Un’importante percentuale di visitatori è stata costituita dai tanti Gruppi di Studio Internazionali sul “Reggio Emilia Approach”, provenienti da una pluralità di Paesi europei ed extra europei, che hanno dato un feedback molto positivo.

Moltissime (il 44% del totale) sono state anche le famiglie, del territorio e non solo, che hanno visitato la mostra partecipando alle iniziative del Centro.

La promozione e rielaborazione del lavoro svolto ha avuto come risorsa anche l’atelier attiguo alla mostra, dove le scolaresche hanno sperimentato attività didattiche connesse ai contenuti della stessa mostra usando risorse tecnologiche e digitali in chiave immaginativa e creativa.

Sempre presso il Centro Malaguzzi sono stati organizzati, tra il 2018 e il 2019, Seminari di approfondimento e Giornate di formazione rivolte ai vari/e rappresentanti della “comunità educante”, dove i temi della mostra sono stati studiati e condivisi in vista di nuove sperimentazioni nei servizi per l’infanzia comunali.

Importante è stato il coordinamento, svolto da una delegazione del Gruppo di ricerca, del workshop “La metafora nei processi di apprendimento dei bambini” nell’ambito di Fiera Didacta Italia 2018, grande manifestazione coordinata da Indire che ospita e promuove ogni anno iniziative e collaborazioni per l’innovazione della didattica.

Questa costellazione di iniziative ha dato al progetto un impatto ampio e trasversale, con ricadute importanti sui servizi educativi sia del territorio sia di zone geograficamente molto lontane.

Il Centro “Metaphor and Narrative in Science” auspica che tale impatto – destinato a essere rafforzato dalla prossima pubblicazione in italiano e in inglese del Catalogo della Mostra, a cura di Claudia Giudici, Annamaria Contini, Elena Corte, Vea Vecchi e Sara De Poi – valorizzi ulteriormente la sinergia nata con un’eccellenza educativa del territorio, famosa in tutto il mondo, in vista di nuove forme di proficua collaborazione con l’universo della scuola.

A Reggio Emilia contesto territoriale e ricerca accademica alimentano importanti esperienze rivolte all’infanzia