> FocusUnimore > numero 35 – aprile 2023

Editorial: Unimore and its constant work for inclusion
The University of Modena and Reggio Emilia’s decade-long strong commitment to the inclusion of students with SLD continues and intensifies thanks to the introduction of Law 17/1999, which led to the appointment of Rectors’ Delegates for Disability by Italian universities and subsequently also to the creation of the CNUDD – National University Conference of Delegates for Disability – in order to share and coordinate experiences and good practices for the inclusion and integration of students with disabilities. Today, the CNUDD liaises with the MUR for everything concerning the implementation of the provisions of Law 17/99 and later Law 170/2010 on the integration of students with SLDs. The principles of the right to study, independent living, active citizenship and inclusion of the weaker categories in the world of school, society and the world of work that inspire Italian universities have been taken up by the 2006 UN Convention on the Rights of Persons with Disabilities, which in fact guarantees the full and equal enjoyment of all human rights and fundamental freedoms by persons with disabilities, protects them from any form of discrimination and guarantees their respect and dignity. Interested in students with SLDs since the 2003/2004 academic year, UNIMORE provides various compensatory measures to students with DSA and is now part of a widespread network of organisations and institutions that aim to foster the social, educational and work inclusion of individuals with disabilities and with DSA (whose vision today has shifted towards a paradigm that is no longer medical but bio-psycho-social). UNIMORE has always been committed to guaranteeing quality services to students with disabilities and with DSA, favouring dialogue and reciprocal comparison and monitoring the effectiveness of the services themselves, and in this context, an ever-increasing collaboration at both national and international level between universities is desirable.

L’inclusione di studenti e studentesse con disabilità e con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) costituisce ormai da decenni un obiettivo prioritario per l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, riconosciuta come esempio virtuoso a livello nazionale e internazionale; il nostro Ateneo ha anche svolto un’importante attività di ricerca sulla cultura della disabilità e dei DSA, partecipando a diversi progetti europei.
Direttive in merito alle attività che le Università italiane devono attualizzare al fine di favorire l’inclusione degli studenti con disabilità in ambito universitario sono state introdotte dalla Legge 17 del 28 gennaio 1999 “ad integrazione e modifica della legge quadro 5 Febbraio 1992, n. 104 per l’assistenza, l’integrazione sociale ed i diritti delle persone handicappate”.
Dalla sua entrata in vigore, gli Atenei italiani hanno nominato i Delegati e le Delegate dei Rettori alla disabilità che dall’anno 2000 si sono incontrati in diverse occasioni e città italiane al fine di condividere esperienze e buone prassi per favorire l’inclusione di studenti con disabilità.
Per tale motivo si è deciso di creare un organismo di coordinamento di tutti gli Atenei italiani sul tema dell’integrazione degli studenti con disabilità in ambito accademico: la CNUDD – Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per la Disabilità.
Nata nel 2001, la CNUDD viene subito riconosciuta dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) quale organo volto alla predisposizione di linee guida comuni per le Università con lo scopo di favorire l’integrazione di alunni con disabilità, garantendo loro i servizi più idonei per il diritto allo studio e pari opportunità di formazione.
Da allora, la CNUDD ha assunto una rilevanza sempre maggiore ed è divenuta un organismo con cui il Ministero dell’università e della ricerca (MUR) si rapporta per tutto ciò che concerne l’attuazione di quanto previsto dalla Legge 17/99 e successivamente dalla Legge 170/2010, relativa all’integrazione degli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA).
I principi che hanno spinto le Università italiane a favorire il processo di inclusione di studenti con disabilità prima e con DSA poi si ispirano ai principi di diritto allo studio, vita indipendente, cittadinanza attiva ed inclusione delle categorie più deboli nel mondo della scuola, nella società e nel mondo del lavoro.
Tali principi, già presenti in gran parte nella nostra Carta Costituzionale, sono stati ripresi dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006, firmata dal Parlamento italiano nel 2007 e successivamente ratificata nel 2009.
La Convenzione garantisce infatti il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte dei soggetti con disabilità, di tutela da eventuali forme di discriminazione e garantisce loro il rispetto e la dignità. In particolare, si favorisce l’integrazione dei soggetti con disabilità nei vari ordini e gradi scolastici, ivi comprese le Università garantendo il pieno sviluppo umano della persona con disabilità.
Molto importante è la rete che, negli ultimi anni, si è venuta a creare internamente agli Atenei ma anche in ambito territoriale e non solo. L’Università, infatti, fa parte di una rete capillare di enti e istituzioni che hanno l’obiettivo di favorire l’inclusione sociale, scolastica e lavorativa di soggetti con disabilità e con DSA.
All’interno dell’Università si è così creato un sistema di cooperazione per favorire l’integrazione di soggetti con disabilità e con DSA, che include sia specifici Referenti nei vari Dipartimenti sia la collaborazione tra il Servizio Accoglienza Studenti Disabili e con DSA e diversi Uffici dell’Ateneo.
Negli ultimi anni, inoltre, non è mancata un’importante opera di sensibilizzazione e di formazione sulla cultura della disabilità e dei DSA che ha favorito una maggiore inclusione di tali studenti all’interno delle Università sottolineando la diversa visione nei confronti della disabilità rispetto ad un tempo ed evidenziando il passaggio dal paradigma medico della disabilità a quello bio-psico-sociale.
Per quanto concerne gli studenti con DSA, di cui l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia si è interessata a partire dall’anno accademico 2003/2004, grazie alla collaborazione con il Prof. Giacomo Stella, uno dei massimi esperti di DSA ed ex docente del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane, è importante ricordare la normativa vigente ovvero la legge 170/2010 e le Linee Guida ad essa allegate a cui diversi docenti di Unimore hanno collaborato (la Prof.ssa Elisabetta Genovese, Enrico Ghidoni e lo stesso Stella).
Il Nostro Ateneo, con una delibera del Senato Accademico del 2007, aveva già deciso, infatti, di erogare diverse misure compensative agli studenti con DSA (intesi come “studenti con bisogni educativi speciali”) assai prima dell’entrata in vigore della Legge 170/2010.
Occorre ricordare che i DSA sono disturbi di natura neurobiologica che riguardano circa il 2% della popolazione studentesca universitaria e che si manifestano in assenza di deficit sensoriali o neurologici, riguardando specificatamente singoli domini di abilità, ovvero la decifrazione dei segni, la correttezza e la rapidità nella lettura per quanto riguarda la dislessia, la realizzazione grafica per quanto riguarda la disgrafia, i processi linguistici di transcodifica nel caso della disortografia e gli automatismi del calcolo e dell’elaborazione di numeri nel caso della discalculia. Per definizione essi vengono diagnosticati esclusivamente in soggetti che presentano un quoziente intellettivo nella norma e che hanno avuto adeguate opportunità scolastiche e sociali. La classificazione nosografica internazionale dell’ICD-10 colloca i DSA nella categoria F.81, disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche, descrivendone, in modo sintetico, i caratteri principali, i fattori di esclusione e i criteri diagnostici condivisi dalla comunità clinica.
Nel luglio del 2014 il direttivo della CNUDD ha redatto un paragrafo, all’interno delle Linee Guida, in merito ai servizi e alle misure compensative da erogare ai soggetti con DSA in ambito accademico.
Per poter accedere a tali servizi e poter usufruire delle misure compensative in sede di esame lo studente con DSA deve, innanzitutto, presentare idonea documentazione medica al Servizio Accoglienza Studenti disabili e con DSA di Unimore (una diagnosi clinica rilasciata dalle strutture del SSN e secondo le normative regionali dagli enti professionisti accreditati e dai professionisti privati che hanno ricevuto conformità dall’ASL di pertinenza e tale diagnosi non deve essere aggiornata dopo tre anni se eseguita dallo studente di minore età; non è obbligatorio che sia aggiornata se redatta successivamente al diciottesimo anno di età).
Le Linee Guida allegate alla legge 170 dettagliano gli strumenti compensativi e le misure dispensative che possono essere accordati allo studente con la DSA sia durante l’attività didattica che durante lo svolgimento delle prove di verifica e di valutazione di ogni ordine e grado scolastico, ivi compresa l’Università. Vista la grande variabilità delle caratteristiche degli studenti con DSA e le diverse manifestazioni, è molto importante individuare i bisogni educativi del singolo e personalizzare l’intervento tramite l’erogazione di misure compensative e strumenti dispensativi più idonei per il percorso individuale di ciascuno di essi.
L’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia si è sempre impegnata ad erogare agli studenti con disabilità e con DSA servizi di qualità, favorendo il dialogo ed il confronto reciproco e monitorando l’efficacia dei servizi stessi.
Per garantire pari opportunità agli studenti con disabilità o con DSA Unimore fornisce loro: il registratore digitale, il PC con correttore ortografico, i testi in formato elettronico, i programmi di sintesi vocale, software specifici per la redazione di mappe concettuali, tabelle e formulari, strumenti informatici per la presa di appunti.
Allo stesso modo il corpo docente favorisce l’apprendimento di tali studenti tramite: l’utilizzo delle tecnologie assistive, l’uso di forme di comunicazione e rappresentazione diverse (mappe concettuali, grafici, foto, tabelle…), suddivide la lezione in più parti, instaura un dialogo continuo con lo studente, fornisce materiale in formato accessibile e fa conoscere le modalità di svolgimento delle prove di esame.
Assai importante, inoltre, è stata la creazione ad opera del Servizio Accoglienza studenti disabili e con DSA di una rete capillare con tutti gli enti, le istituzioni, le associazioni che, in ambito territoriale e non, si occupano di disabilità e di DSA. È auspicabile, infatti, una sempre maggior collaborazione e coordinamento tra gli Atenei, a livello regionale e interregionale, così come sono da promuovere i contatti e gli scambi con Atenei ed organizzazioni internazionali.

Elisabetta Genovese e Giacomo Guaraldi
Delegati per la Disabilità e i Disturbi Specifici di Apprendimento

Nell’Anno Accademico 2022/2023 gli studenti con bisogni educativi speciali erano così suddivisi:

studenti con disabilità= 371

studenti con DSA = 711

Il grafico mostra l’incremento degli studenti con disabilità in UNIMORE dall’Anno Accademico 2000/2001 al 2021/2022.

Nel grafico seguente si vede l’incremento degli studenti con DSA in UNIMORE dall’Anno Accademico 2010/2011 al 2021/2022.

Come si può notare gli studenti con DSA, in UNIMORE, sono più del doppio degli studenti con disabilità e oggi tendono non solo a conseguire una laurea triennale ma proseguono gli studi laureandosi con circa sei mesi o un anno in più rispetto ai compagni. 

Nelle seguenti immagini si può notare come sia gli studenti con disabilità sia gli studenti con DSA si iscrivano a tutti i Dipartimenti e Corsi di Laurea; gli studenti con disabilità privilegiano i Corsi di studio in cui non vi sono attività laboratoriali o di tirocinio mentre gli studenti con DSA (in genere) privilegiano le materie scientifiche o sanitarie.

Ultimamente il numero degli studenti con disabilità e con DSA laureati è cresciuto e spesso molti di loro non hanno difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro.

Da una indagine conoscitiva da noi condotta, si evince che il soggetto con DSA, pur considerando assai efficaci gli sforzi di UNIMORE nel favorire il suo apprendimento e il superamento degli esami universitari, privilegia il mondo del lavoro dove può utilizzare tutti gli strumenti dispensativi e organizzare le proprie attività secondo i propri “stili di apprendimento”.

Molti studenti con DSA, infatti, si sono inseriti perfettamente nel mondo del lavoro ricoprendo anche ruoli importanti grazie alle competenze acquisite in ambito accademico.

È importante ricordare come tale aumento esponenziale degli studenti con disabilità ma, in particolare con DSA, negli Atenei Italiani è un dato riscontrato in tutto il nostro Paese.

Da un’indagine conoscitiva condotta dal CENSIS e dalla CNUDD nel 2019, infatti, si evince che gli studenti con disabilità nelle Università italiane sono circa 17.000 mentre gli studenti con DSA sono circa 16.000, per un totale di 38000 studenti con bisogni educativi speciali.

L’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia è tra gli Atenei che, per primi, si sono occupati di garantire il diritto allo studio universitario a studenti con DSA tramite l’erogazione di servizi e misure compensative.

I Servizi maggiormente richiesti sono i seguenti:

– sportello apposito per studenti con DSA gestito da personale competente (psicologhe cliniche, esperte di DSA);

– trascrizione dei testi universitari in formato elettronico e materiale didattico in formato accessibile;

– possibilità di ricevere in usufrutto gratuito ausili per l’intera durata universitaria;

– possibilità di essere affiancati da tutor didattici o specializzati sia durante lo studio individuale che durante gli esami;

– possibilità di fruire di misure compensative in sede di esame.

Partendo dal presupposto che lo studente con disabilità o con DSA, in ambito accademico, deve acquisire le medesime competenze dei propri compagni e compagne di corso, è opportuno garantire il diritto allo studio e pari opportunità di formazione tramite l’erogazione di misure compensative che non devono intendersi come delle “facilitazioni”, bensì come un mettere lo studente nelle medesime condizioni formative dei compagni e compagne.

Ragazzi e ragazze dovranno, pertanto, contattare il docente curriculare, con cui si dovrà sostenere l’esame, almeno 15 giorni prima e concordare con questi le misure compensative più idonee in tale sede. Il/la docente, in qualità di esperto/a della disciplina, deciderà quali misure potranno essere concesse o meno.

In generale le misure compensative erogate in sede di esame sono le seguenti:

– possibilità di assegnare tempo aggiuntivo durante gli esami scritti (50% di tempo in più per soggetti con disabilità e 30% di tempo in più per soggetti con DSA);

– suddivisione dell’esame in due o più parti (sostenendo la prima parte il giorno dell’appello e la seconda in una data da definirsi all’interno della medesima sessione di esame);

– possibilità di sostenere un esame oralmente anziché per iscritto o viceversa;

– possibilità di sostenere un esame utilizzando particolari ausili;

– possibilità di recarsi all’esame fruendo di mappe concettuali o formulari (anch’essi vengono sottoposti al docente curriculare almeno 15 giorni prima dell’esame e non devono contenere le risposte ad eventuali quesiti posti dal docente stesso).

Questi principi si applicano, in parte, anche in occasione delle prove di accesso ai Corsi di Laurea a numero programmato, così come per i Tolc – Test on line per l’accesso ai corsi universitari e le prove di verifica delle conoscenze richieste.

L’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia rimane un’istituzione d’esempio in ambito nazionale anche per l’opera di sensibilizzazione e di formazione sulla cultura della disabilità e dei DSA.

In particolare, ultimamente, si è occupata di formazione dei docenti stessi, al fine di garantire loro gli strumenti per favorire una didattica inclusiva.

Favorire l’inclusione degli studenti universitari presuppone, infatti, un ripensamento delle modalità e delle strategie attuate all’interno degli Atenei. Il riferimento è, in particolare, alla necessità di una didattica universitaria che non può continuare ad essere legata a modelli tradizionali come la trasmissione di informazioni di una disciplina, attraverso una lezione frontale, uguale per tutti.

L’utilizzo delle tecnologie assistive; l’uso di forme di comunicazione e rappresentazione diverse; il fornire materiale didattico chiaro, sintetico e ben organizzato; disporre di tempo necessario per sistematizzare le conoscenze; fornire con anticipo programma, bibliografia, calendario e scadenze; permettere l’uso di strumenti compensativi e misure dispensative; far conoscere le modalità di svolgimento delle prove di esame; suddividere ciascuna lezione in più sezioni di durata non eccessiva (45 minuti) coincidenti con un singolo argomento; fornire una mappa concettuale o un formulario ad inizio lezione; infine, ma non per questo meno importante, instaurare un dialogo continuo studente/docente sono solo alcune delle azioni che si possono attivare ad opera dei/delle docenti.

Da ciò si comprende che rendere la lezione facilmente fruibile a un insieme di studenti, che includa anche persone con disabilità o con DSA, significa rispettare i diversi tempi e i diversi modi di apprendimento degli stessi, sostenendoli con azioni concrete, quali l’utilizzo di una pluralità di linguaggi (anche multimediali) nel veicolare informazioni e conoscenze, l’attivazione di frequenti occasioni di feedback, la messa a disposizione di materiali didattici variegati, oltre che la possibilità di far registrare la lezione.

Seguendo questi percorsi Unimore continua ad essere un ambiente inclusivo, accogliente, in grado di valorizzare le differenze e far emergere le potenzialità di studenti e studentesse che, spesso, continuano ad incontrare difficoltà nei vari contesti sociali.

Si tratta di un lavoro lungo e impegnativo ma fondamentale, costruito giorno dopo giorno, anno dopo anno.



Editoriale: Unimore e il costante lavoro per l’inclusione