> FocusUnimore > numero 57 – aprile 2025

Preventing Labour Exploitation of Unaccompanied Foreign Minors and Young Adults: A Training Project Co-Designed with the Local Community
As part of its ongoing commitment to social responsibility and academic engagement, the Marco Biagi Foundation of Unimore hosted the training course “Preventing Labour Exploitation of Unaccompanied Foreign Minors and Young Adults” between March and April 2025. The initiative, developed in collaboration with the Municipality of Modena and funded by the regional Common Ground programme, reflects UniMoRe’s leading role in tackling contemporary social challenges through research-informed education. The course, structured into four ten-hour modules, brought together academic staff, legal experts, and local service providers to explore the legal and social vulnerabilities of young migrants, especially during their transition to adulthood. It combined theoretical insights with practical experience to strengthen the capacity of professionals working in local support networks. The training will conclude on 20 May with the presentation of narrative project works. These, together with testimonies from a parallel storytelling workshop, will inform the creation of Guidelines for an Integrated Local Intervention.

Tra il 12 marzo e l’8 aprile scorsi, si è tenuto presso la Fondazione Marco Biagi dell’Università di Modena e Reggio Emilia il corso di aggiornamento professionale dal titolo «Prevenire lo sfruttamento lavorativo di MSNA e neomaggiorenni» che ha visto la partecipazione del personale operativo, diversamente coinvolto nei sistemi di accoglienza del territorio regionale.

Il corso è parte di un più ampio progetto che nasce da un accordo di collaborazione tra la Fondazione Marco Biagi, il Dipartimento di Economia di Economia Marco Biagi di UniMoRe e il Comune di Modena, nell’ambito del finanziamento regionale «Common Ground. Azioni interregionali di contrasto allo sfruttamento lavorativo e di sostegno alle vittime».

Il finanziamento regionale intende mettere in atto interventi rivolti a cittadini di paesi terzi vittime e potenziali vittime di sfruttamento lavorativo dando attuazione – nei territori delle regioni Liguria, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia-Romagna – al modello di intervento descritto dalle «Linee-Guida nazionali in materia di identificazione, protezione e assistenza alle vittime di sfruttamento lavorativo».

L’accordo dal titolo «Sfruttamento lavorativo nella provincia di Modena: strumenti per un’azione preventiva e coordinata» si inserisce nell’ambito delle azioni locali in capo al Comune di Modena e prevede, oltre al corso di aggiornamento professionale, anche un workshop narrativo rivolto a MSNA e neomaggiorenni e un convegno finale, che si terrà nel mese di giungo 2025.

Tutte le attività sono ispirate ad un principio di co-progettazione tra i firmatari e realizzate in collaborazione con soggetti del terzo settore locale.

La progettazione didattica del corso – curata dalla Dott.ssa Eleonora Costantini ricercatrice della Fondazione Marco Biagi – ha preso avvio dall’idea, radicata nell’attuale quadro normativo, che è vittima di sfruttamento lavorativo la persona il cui stato di vulnerabilità è tale da compromettere fortemente la libertà di scelta, inducendola ad accettare condizioni lavorative inique a seguito di approfittamento del proprio stato di bisogno da parte degli intermediari e degli utilizzatori.

Nel caso della persona migrante lo stato di vulnerabilità si definisce nell’intersezione tra la normativa relativa alla regolamentazione delle presenze, quella relativa alla disciplina dei contratti di lavoro e quella relativa all’accesso ai diritti sociali. Per le persone MSNA, si aggiunge la vulnerabilità direttamente connessa all’età.

Entro tale cornice, il corso ha inteso mettere a tema i profili di vulnerabilità delle persone MSNA a ridosso del compimento della maggiore età che, spesso, coincide con l’uscita da percorsi di accoglienza e può rappresentare un’occasione di scivolamento in condizioni di sfruttamento, anche nel mercato del lavoro.

Questa delicata fase di transizione avviene al termine di un importante investimento da parte dei singoli servizi e della rete territoriale presa nel suo complesso. Tale investimento, tuttavia, si scontra con una serie di vincoli che derivano dalle politiche di regolazione dei fenomeni migratori; dalle dinamiche sociali ed economiche in atto nei territori; dai portati individuali dei/delle MSNA e dall’autodeterminazione che essi/esse possono esercitare nello spazio dei propri progetti individuali.

Una variabile non secondaria è la durata dei percorsi di accoglienza che, innegabilmente rappresenta uno dei vincoli più stringenti con cui i servizi territoriali e gli stessi/le stesse MSNA devono confrontarsi.

Lavorare sulla transizione alla maggiore età ha dunque un obiettivo che è soprattutto preventivo, nell’idea di valorizzare al meglio il tempo di accoglienza a disposizione e, contestualmente, creare una rete territoriale in grado di promuovere traiettorie virtuose ma anche di intercettare le situazioni a maggiore rischio di sfruttamento.

La didattica è stata progettata mettendo in dialogo la dimensione teorica con le pratiche operative, valorizzandone il portato conoscitivo ed esperienziale.

Ciascuno dei quattro moduli – della durata di dieci ore d’aula – ha previsto interventi teorici, a cura di personale accademico e formazione operative, a cura di personale diversamente impegnato nei servizi territoriali, oltre a lavori di gruppo tra i/le partecipanti.

Il primo modulo, incentrato sulle criticità nei percorsi di regolarizzazione e di transizione nel mondo del lavoro ha visto gli interventi del Prof. Thomas Casadei e del Prof. Alberto Tampieri (Dipartimento di Giurisprudenza, Unimore, già curatori del volume Lo sfruttamento del lavoro minorile. Fattispecie e azioni di contrasto, 2021) e della Dott.ssa Elisabetta Ferri, operatrice legale impiegata in diversi progetti coordinati dal Comune di Modena.

La multidimensionalità dei processi di integrazione è stata, invece, approfondita dalla Prof.ssa Rita Bertozzi (Dipartimento di Educazione e Scienze Umane, Unimore) e dalla dott.ssa Valeria Piro (Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia, Psicologia Applicata dell’Università di Padova) che ha proposto un affondo sul rapporto tra migrazione e lavoro.

Su questo punto, la dott.ssa Tatiana Hincu, coordinatrice del Progetto “Oltre la Strada” del Comune di Modena, ha illustrato nel dettaglio gli indicatori di sfruttamento e le possibilità di tutela offerte dalla normativa nazionale.

Alla Prof.ssa Chiara Scivoletto (Dipartimento di Giurisprudenza, Studi Politici e Internazionali dell’Università di Parma) è stato chiesto un excursus sul tema della costruzione sociale della devianza, integrato dall’intervento del Dott. Giacomo Franzoso sul paradigma della giustizia riparativa in ambito minorile. La Dott.ssa Conchita Feo, funzionaria sociale dell’UEPE (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) di Modena, ha tracciato possibili traiettorie di intervento sul tema a livello locale.

Le criticità nei progetti individuali dei/delle MSNA entro il contesto sociale e di accoglienza sono state illustrate attraverso un’analisi riflessiva sul PEI (Progetto Educativo Individualizzato) curata dalla Dott.ssa Francesca Baraghini, referente del progetto MSNA del Comune di Modena, in dialogo con l’intervento di Federico Zullo, Presidente di Agevolando, Associazione nazionale dei Careleavers.

Infine, l’importanza del lavoro di rete per un intervento sociale integrato nei territori è stata oggetto della lezione della Dott.ssa Francesca Maci, ricercatrice presso il Dipartimento di Giurisprudenza, Studi Politici e Internazionali dell’Università di Parma, Assistente Sociale e Giudice Onorario del Tribunale di Milano.

Il corso si concluderà il prossimo 20 maggio con la presentazione dei project work, che saranno realizzati in gruppo, secondo un approccio narrativo. Muovendo dai lavori già realizzati durante i moduli didattici, infatti, è stato chiesto ai e alle partecipanti di assumere il punto di vista di un/una minore o neomaggiorenne, al fine di mettere in risalto le problematiche, i tentativi di fronteggiamento, e le soluzioni trovate nel periodo di accoglienza, anche valorizzando la dimensione emotiva.

Queste narrazioni saranno messe in dialogo con quelle che emergeranno dal workshop narrativo con persone MSNA e neomaggiorenni e confluiranno nella proposta di «Linee guida per un intervento locale integrato», la cui supervisione scientifica è stata affidata alla Prof.ssa Laura Calafà (Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Verona).

Prevenire lo sfruttamento lavorativo di persone MSNA e neomaggiorenni: un progetto di formazione co-progettata con il territorio