> FocusUnimore > numero 7 – settembre 2020


Le tecnologie informatiche e della comunicazione, con il loro sviluppo esponenziale, moltiplicano le possibilità di connessione e comunicazione nel tempo e nello spazio, veicolando un potenziale di cambiamento che investe molteplici ambiti di azione delle organizzazioni: a livello macro, abilitano lo sviluppo di nuove strategie, modelli di business e processi di creazione del valore; a livello meso, modificano le conoscenze sottese ai processi di trasformazioni delle aziende in qualsiasi settore; a livello micro, infine, consentono di svolgere la prestazione lavorativa  al di fuori delle abituali coordinate spazio-temporali, con possibili ricadute sulle modalità di valutazione, controllo e coordinamento delle persone al lavoro.

Il cosiddetto “lavoro agile” – in termini generali, il lavoro svolto al di fuori dei locali aziendali, con tempi flessibili, grazie alla disponibilità di nuove tecnologie digitali che consentono di comunicare e coordinarsi a prescindere dalla prossimità fisica – rappresenta un campo di analisi privilegiato per osservare e comprendere i mutamenti in atto e potenziali che accompagnano la trasformazione digitale del lavoro e dell’economia.

Declinato in forme diverse, il lavoro agile presenta grandi potenzialità di sviluppo che ha conosciuto una rapida accelerazione durante la pandemia.

Il Dipartimento di Economia Marco Biagi (www.economia.unimore.it), in stretta sinergia con la Fondazione Marco Biagi (http://www.fmb.unimore.it/), ha da tempo avviato un percorso di ricerca su questo tema, che fa dialogare attraverso una riflessione interdisciplinare saperi diversi, di carattere giuridico, economico e organizzativo.

Una delle questioni al centro di tale riflessione riguarda gli approcci e gli strumenti di regolazione del lavoro agile, di natura economica, organizzativa e giuridica, più adeguati a coniugare le nuove opportunità tecnologiche con la qualità del lavoro e il benessere delle persone.

La sperimentazione forzata del lavoro agile durante il lockdown ha infatti palesato la superficialità delle letture che considerano il lavoro digitale e da remoto un lavoro smart, capace di coniugare produttività, benessere, conciliazione vita-lavoro. I dati disponibili, infatti, mostrano che, anche prima del Coronavirus, il lavoro digitale e spazialmente flessibile, anche quando si accompagna a una valutazione per risultati (piuttosto che basata su criteri ‘classici’ quali la presenza lavorativa o il tempo di lavoro) e crescente discrezionalità da parte dei lavoratori, può comportare maggiore intensificazione del lavoro con ricadute negative per il benessere, la conciliazione vita-lavoro, e la qualità della prestazione, soprattutto per le donne. Quindi, lungi dall’essere un lavoro smart, il lavoro agile si è al contrario, almeno fino ad oggi, spesso rivelato un lavoro più hard. Sarebbe, tuttavia, parimenti superficiale pensare che ciò sia il portato, univocamente determinato, dell’innovazione tecnologica. La tecnologia, in sé, non determina alcunché (né conseguenze positive né negative). Le conseguenze del lavoro agile in concreti processi di lavoro organizzato sono il risultato di scelte e regole, relative alla progettazione, uso e adozione delle nuove tecnologie e del modo in cui queste interagiscono con le decisioni e regole relative ad altre dimensioni organizzative. Inoltre, se la regolazione/organizzazione del lavoro agile è frutto di scelte è sempre possibile pensare a delle alternative che rendano effettivamente perseguibile una migliore qualità, in senso lato, del lavoro digitale e da remoto, secondo criteri di efficacia, efficienza e benessere delle persone.

In un quadro siffatto, appare condivisibile e realistica l’aspettativa, sottesa a numerose riflessioni dottrinali ed espressamente dichiarata in sede politico-sindacale, di una riforma della disciplina ordinaria del lavoro agile contenuta nella l. n. 81/17. Così come è legittimo interrogarsi sul coordinamento che dovrebbe instaurarsi tra le diverse fonti regolative – legge, contratti collettivi e accordi individuali – e sui contenuti che le stesse dovrebbero esprimere, muovendo dal presupposto che il livello ottimale di standardizzazione normativa vada rintracciato nel punto di equilibrio tra due esigenze equivalenti: quella di incorporare le prestazioni di lavoro in modelli organizzativi collegati alle specifiche realtà produttive settoriali e aziendali (di per sé incompatibile con una legificazione «spinta»), e quella di garantire l’equo bilanciamento tra gli interessi negoziali nell’individuazione delle singole soluzioni tecniche, attraverso un’adeguata tutela del contraente debole.

Molti interpreti imputano all’attuale disciplina del lavoro agile il difetto di aver soprasseduto al problema strutturale dello squilibrio di potere nel rapporto di lavoro: un problema correggibile solo attraverso forme di organizzazione collettiva degli interessi dei lavoratori. Seguendo questa impostazione, la mediazione dei contratti collettivi, su cui oggi la legge tace, dovrebbe essere più seriamente incentivata, attribuendo ad essi di specifiche competenze regolative sulle materie più rilevanti, come la disconnessione dagli strumenti di lavoro (a garanzia del godimento del diritto al riposo), la trasparenza dei controlli datoriali sull’esecuzione del lavoro e la tutela della sicurezza del lavoratore «remoto». Le misure incentivanti potrebbero includere la predisposizione di una disciplina legislativa residuale e cedevole, da applicarsi automaticamente in caso di inerzia della contrattazione collettiva. Si potrebbero inoltre rafforzare, con riferimento ai profili gestionali, gli strumenti del coinvolgimento dei lavoratori e della partecipazione sindacale, nel solco tracciato dai «Protocolli anti-COVID» stipulati negli ultimi mesi.

Un interessante angolo prospettico da cui osservare la possibile evoluzione del lavoro agile è quello del pubblico impiego. Il recente “Decreto Rilancio” ha istituito un nuovo “Piano organizzativo del lavoro agile”, da includere nel generale “Piano della performance” che tutte le amministrazioni sono obbligate a redigere periodicamente. Si delinea così uno scenario in cui il lavoro agile, pur cessando di configurarsi come “modalità ordinaria della prestazione” nella p.a., come era stato nel pieno del lockdown, vede confermata la propria centralità, presentandosi tuttavia non in modo “atomistico” ma come tassello di un più generale progetto di miglioramento dell’efficienza dell’azione amministrativa, perseguito attraverso la riorganizzazione digitale degli uffici e dei processi di lavoro. Una sperimentazione ambiziosa e promettente, in quanto evidenzia e affronta uno degli snodi cruciali del rapporto tra tecnologia e lavoro: come costruire, a monte dello smart work, la “smart organization”.

La ricerca su tali questioni, condotta dal Dipartimento di Economia e dalla Fondazione Marco Biagi, si articola lungo varie direttrici progettuali.

L’annuale Convegno in ricordo di Marco Biagi ha ripetutamente chiamato la comunità scientifica internazionale al confronto su alcuni profili specifici del tema: dalla definizione delle coordinate concettuali del “Digital and Smart Work” (2017), alle sue implicazioni per valutazione della performance (2018), alla interazione con la dimensione collettiva della regolazione dei rapporti di lavoro (2019), fino all’incontro, rinviato a causa della pandemia riprogrammato per marzo 2021, su “Beyond Employment. Protecting Autonomous Work”, in cui si discuterà di come i nuovi schemi organizzativi modifichino la connotazione funzionale e giuridica dell’autonomia nel rapporto di lavoro.

Inoltre, la Fondazione è capofila di una ricerca biennale cofinanziata dalla Commissione europea (v. box 1), è sede di due Osservatori (Privacy e Performance management) mediante i quali si rapporta direttamente con il fabbisogno di conoscenza e assistenza pratica espressi dagli attori economici e istituzionali del territorio, e fornisce dati primari utili alla realizzazione del progetto di ricerca dal titolo “Digitalizzazione, condizioni di lavoro e gestione della performance lavorativa: quali implicazioni per il benessere dei lavoratori?” nell’ambito del FAR Dipartimentale 2019 – Piano di Sviluppo Dipartimentale: La trasformazione digitale: effetti sull’analisi economica e di impresa (v. box 2).

Infine, in occasione della iniziativa Modena Smart Life, il Dipartimento di Economia Marco Biagi, con il coordinamento scientifico della prof.ssa Ylenia Curzi e del prof. Tommaso Fabbri, ha contribuito alla realizzazione degli eventi nell’ambito dell’area tematica su Economia reale VS economia virtuale, segnatamente delle due tavole rotonde su Smart Work e Smart Up (v. box 3), i digital speech su Smart Performance e Smart Workplace e il live talk dal titolo La digitalizzazione delle imprese nella Regione Emilia Romagna (v. box  4) e la proiezione di alcuni cortometraggi dall’archivio Short on Work sul tema della trasformazione digitale del lavoro (v. box 5).

Progetto europeo “iRel. Smarter Industrial Relations to Address New Technological Challenges in the World of Work”

Il progetto “iRel. Smarter Industrial Relations to Address New Technological Challenges in the World of Work”, co-finanziato dalla Commissione europea (VS/2019/0081), riunisce un gruppo di istituzioni accademiche, centri di ricerca e organizzazioni sindacali europee impegnate ad interpretare le esigenze di regolazione e tutela del lavoro che discendono dalle imponenti trasformazioni tecnologiche degli ultimi anni, come il “management algoritmico”, il lavoro agile e l’avvento delle “piattaforme digitali”.

Il sito www.irelproject.eu presenta i risultati della ricerca (rapporti nazionali e comparati, approfondimenti scientifici e documentazione informativa), che si concluderà nell’agosto 2021. I prossimi eventi di disseminazione si svolgeranno in modalità webinar con il seguente calendario: venerdì 2 ottobre 2020: Ciclo di incontri settimanali “Agile, remoto o smart? Prestazione di lavoro e organizzazioni digitali dopo la pandemia”; fine ottobre 2020: Ciclo di incontri di presentazione dei rapporti nazionali di ricerca sul lavoro tramite piattaforma in sette paesi europei (Italia, Germania, Danimarca, Estonia, Bulgaria, Ungheria e Polonia).

“Digitalizzazione, condizioni di lavoro e gestione della performance lavorativa: quali implicazioni per il benessere dei lavoratori?” nell’ambito della Linea B del FAR Dipartimentale 2019 – Piano di Sviluppo Dipartimentale: La trasformazione digitale: effetti sull’analisi economica e di impresa.

Il progetto “Digitalizzazione, condizioni di lavoro e gestione della performance lavorativa: quali implicazioni per il benessere dei lavoratori?” intende contribuire al dibattito sui cambiamenti organizzativi associati alla digitalizzazione integrando due filoni di ricerca, che fino ad ora sono rimasti distinti, ed affrontando due principali questioni di ricerca: se la digitalizzazione si accompagni a modalità di esecuzione della prestazione lavorativa autonome e knowledge intensive o se al contrario si associ a intensificazione del lavoro e quali siano le conseguenze sul benessere dei lavoratori; le possibili interazioni tra criteri e modalità di gestione/valutazione della prestazione lavorativa, modi di esecuzione della prestazione (innovatività/autonomia vs. discrezionalità/controllo), benessere e ricorso al lavoro digitale e da remoto.

Un’indagine empirica consentirà di derivare implicazioni di policy e manageriali da porre a confronto con la normativa giuslavoristica in materia (es. la disciplina del lavoro agile, l.n. 81/17), anche per offrire spunti di riflessione critica sulla normativa stessa.

Tavole rotonde Smart Work e Smart Up @ Modena Smart Life 2020

In occasione di Modena Smart Life, il Dipartimento di Economia Marco Biagi, con il coordinamento scientifico della prof.ssa Ylenia Curzi e del prof. Tommaso Fabbri, organizza due tavole rotonde.

La tavola rotonda dal titolo Smart Work ha l’obiettivo di stimolare un confronto/dibattito sul tema del lavoro digitale e da remoto tra accademici di diversa estrazione disciplinare e operatori del settore. Coordinata da Ylenia Curzi, professoressa associata del Dipartimento di Economia Marco Biagi, prevede gli interventi di: Tommaso Fabbri, direttore del Dipartimento di Economia Marco Biagi; Iacopo Senatori, ricercatore di Diritto del Lavoro, Fondazione Marco Biagi; Cristiano Annovi, responsabile del Servizio Sviluppo Risorse Umane, Organizzazione e Comunicazione di Servizio, Regione Emilia Romagna; Gian Luca Beneventi, Head of Finance and Human Resources, Energy Way. Per maggiori informazioni sulla iniziativa, in programma sabato 26 settembre dalle 9.00 alle 9.55, vedi il sito: https://www.modenasmartlife.it/2020/programma-26-settembre/smart-work

La tavola rotonda dal titolo Smart Up propone una riflessione sui nuovi modelli di business e forme di imprenditorialità legate alla digitalizzazione e testimonianze relative a start up e iniziative imprenditoriali sviluppate per rispondere ai nuovi bisogni emersi durante il periodo dell’emergenza del Coronavirus. Coordinata da Ulpiana Kocollari, professoressa associata del Dipartimento di Economia Marco Biagi, la tavola rotonda prevede gli interventi di: Bernardo Balboni, professore associato del Dipartimento di Economia Marco Biagi e PI di Unimore C/LAB; Paolo Caselli, consulente Startup innovative-Studio Impresa, Giuliano Vita e Marco Simonini, fondatori di Dishcovery; Sebastiano Turci ed Edoardo Caiumi, studenti Unimore e fondatori ComproSmart. Per maggiori informazioni sulla iniziativa, in programma sabato 26 settembre dalle 11.00 alle 11.55, vedi il sito: https://www.modenasmartlife.it/2020/programma-26-settembre/smart-up

Digital speech e live talk @ Modena Smart Life 2020

In occasione di Modena Smart Life, il Dipartimento di Economia Marco Biagi, con il coordinamento scientifico della prof.ssa Ylenia Curzi e del prof. Tommaso Fabbri, propone inoltre i seguenti interventi: I digital speech dal titolo Smart Performance a cura di Ylenia Curzi, professoressa associata del Dipartimento di Economia Marco Biagi, e Smart Workplace – a cura di Tommaso Fabbri, direttore del Dipartimento di Economia Marco Biagi, che propongono una riflessione intorno alle implicazioni della digitalizzazione per il lavoro, l’organizzazione del lavoro, la configurazione degli ambienti di lavoro e i  sistemi e le pratiche di performance management, anche attingendo ai dati della 2° survey 2020 dell’Osservatorio sul Performance Management della Fondazione Marco Biagi. Per maggiori informazioni sulle iniziative, in programma il 24 settembre 2020 dalle 10.30 alle 11.00, vedi il sito: https://www.modenasmartlife.it/2020/programma-24-settembre/smart-performance; https://www.modenasmartlife.it/2020/programma-24-settembre/smart-workplace.

Il live talk dal titolo La digitalizzazione delle imprese nella Regione Emilia-Romagna con Giovanni Solinas, professore ordinario del Dipartimento di Economia Marco Biagi. Attingendo dai risultati di una ricerca condotta dall’Università di Modena e Reggio Emilia, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e l’Unione delle Camere di Commercio dell’Emilia-Romagna, l’intervento esplora il grado di maturità/adeguatezza digitale delle imprese emiliano-romagnole. Per maggiori informazioni sulla iniziativa, in programma il 26 settembre 2020, dalle 12.40 alle 13.10, vedi il sito: https://www.modenasmartlife.it/2020/programma-26-settembre/la-digitalizzazione-delle-imprese-rer.

Short on Work @ Modena Smart Life 2020

Short on Work (https://shortonwork.fmb.unimore.it), è un concorso internazionale per video brevi sul lavoro contemporaneo ideato e lanciato nel 2012 dalla Fondazione Marco Biagi nell’ambito del Corso di Dottorato in Lavoro, sviluppo e innovazione.
Parallelamente alla realizzazione del concorso, si è andato definendo un più ampio programma di ricerca finalizzato all’analisi, valorizzazione e promozione di opere audiovisive, incardinato intorno all’ipotesi che la produzione contemporanea di rappresentazioni audiovisive del lavoro, con le novità che esprime nelle forme e nei contenuti, sia capace di coglierne in maniera nuova e plurale le importanti trasformazioni. L’immagine, oggi, rappresenta uno strumento di conoscenza imprescindibile, e può costituire non solo oggetto di studio ma anche strumento di ricerca all’interno delle scienze sociali. Il bando per la partecipazione all’edizione 2020 del concorso (https://shortonwork.fmb.unimore.it/sow-2020/) è in scadenza il prossimo 30 settembre. Nel mese di dicembre 2020 è prevista la cerimonia di premiazione del primo classificato che sarà inserita nell’ambito di un convegno scientifico rivolto, in particolare, a studenti e studiosi ma aperto alla Città.
Short on Work sarà presente all’iniziativa Modena Smart Life con la presentazione di due cortometraggi il giorno 24 settembre alle ore 10.00:

Eight Hours di Jonas Denzel (USA, 2017). Vincitore dell’edizione 2017 di Short on Work

Coworking in progress diLuciano de Simone, Andrea Lazslo de Simone, Antonio Orria (Italia 2013)

Per maggiori informazioni sul concorso e sui corti presentati visita il sito https://shortonwork.fmb.unimore.it/ oppure scrivi a info@shortonwork.org

La trasformazione digitale del lavoro e dell’economia