> FocusUnimore > numero 10 – dicembre 2020

Nei pregiudizi che ancora circondano la scienza, e che arrivano addirittura a provare rifiuto ed avversione per certe scoperte e risultati conseguiti attraverso il progresso scientifico e tecnologico, c’è una componente di responsabilità che ricade sullo stesso mondo scientifico.

Una delle principali motivazioni è legata, innanzitutto, all’incapacità di scienziati e scienziate, ricercatori e ricercatrici di comunicare la scienza in modo comprensibile a tutti, sia – a volte – per l’oggettiva complessità di molte questioni scientifiche che spesso sfuggono al nostro occhio e alla nostra vita di tutti giorni, sia – anche – per l’utilizzo di un linguaggio “criptico” troppo tecnico, accessibile in molti casi – solo agli “addetti ai lavori”.

Una possibile soluzione al problema arriva dall’utilizzo nell’ambito della comunicazione scientifica del metodo, oggi sempre più diffuso, del Learning-by-doing (“imparare facendo”), che si basa sulla teoria secondo cui è più facile “apprendere” (cioè comprendere) elaborando attivamente delle idee, tramite il “fare” e non solo il “ricevere” passivamente delle nozioni, come accade a studentesse e studenti, ma anche a semplici appassionate/i nel caso di lezioni frontali. Non a caso uno degli insegnamenti più noti del filosofo cinese Confucio è proprio “Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”.

Un approccio didattico e culturale di questo tipo è particolarmente efficace per le discipline scientifiche, che   è bene ricordare   hanno come scopo ultimo quello di trovare una spiegazione e comprendere i fenomeni in natura.

Questo approccio nel Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche di Unimore è adottato da ormai 15 anni. A tanto risalgono le attività di comunicazione scientifica organizzate basandosi sul Learning-by-doing, dedicate sia al mondo della scuola sia a fasce più ampie della popolazione, grazie al fondamentale contributo del Piano Nazionale Lauree Scientifiche (PLS), attivato dall’allora MIUR, oggi MUR, nel 2005.

Nel caso delle scuole si tratta di attività che vedono un ampio utilizzo della didattica di laboratorio come punto imprescindibile per la comprensione delle materie scientifiche e delle sue scoperte, creando così maggiore interesse e coinvolgimento da parte di studenti e studentesse. Queste attività spaziano da cicli di esperienze didattiche svolte presso le scuole a periodi di “full immersion” nella ricerca scientifica, presso i laboratori di ricerca dell’Università, fino a corsi di formazione per insegnanti, focalizzati sull’utilizzo della didattica laboratoriale.

Le attività di comunicazione scientifica dedicate ad un pubblico più vasto e rivolte alla generalità della popolazione hanno visto, oltre alla partecipazione di ricercatori e ricercatrici del DSCG alla Notte dei Ricercatori, l’organizzazione e lo svolgimento di attività laboratoriali presso la Biblioteca Comunale Delfini di Modena nell’ambito di tre edizioni del Festival della Filosofia (2013, 2014 e 2016) e all’iniziativa “La curiosità fa lo scienziato” in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Fisiche, Informatiche e Matematiche di Unimore e la Biblioteca Comunale Delfini di Modena.

La formazione scientifica della cittadinanza è tra gli obiettivi prioritari anche del Museo Gemma del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche, un luogo di conservazione, valorizzazione e promozione del patrimonio scientifico, storico e culturale dell’Ateneo di Modena e Reggio Emilia, la cui origine risale addirittura al 1786, e che è quasi coevo alla riforma dell’Università di Modena voluta da Francesco III d’Este (1772).

È proprio il valore del patrimonio culturale il principio ispiratore delle attività del Museo, che da diversi anni sono mirate a favorire l’apprendimento del pubblico a partire da tematiche socialmente rilevanti: è il caso ad esempio della mostra “Cristalli ai raggi X”, tenutasi a Modena nel 2014, Anno Internazionale della Cristallografia, in cui il Museo ha avuto modo di illustrare a un vasto pubblico di scuole e cittadini/e quanto i cristalli facciano parte del vivere quotidiano.

Nel corso della mostra si sono svolti 46 incontri con esperti, di cui 17 animati dalla partecipazione attiva delle scuole e 32 attività formative presso le stesse scuole. Il progetto ha rappresentato un’esperienza di arricchimento culturale sia in termini di alfabetizzazione scientifica che di partecipazione e gradimento dei novemila visitatori/trici registrati/e.

Tra le diverse attività che partendo dalle collezioni museali hanno voluto offrire al pubblico letture nuove e insolite spicca anche il progetto “CREO scoprendo i cristalli del Museo”, che ha ricevuto il premio al concorso “Io Amo i Beni Culturali” organizzato nel 2015 da Regione Emilia-Romagna, Istituto Beni Artistici Naturali e Culturali e conclusosi con una mostra composta da opere ed elaborati degli studenti degli Istituti superiori di Modena IPS Cattaneo-Deledda, ISA Venturi Liceo artistico e Liceo scientifico Wiligelmo.

Prende spunto sempre dal patrimonio museale, anche, il progetto “Minerali e conflitti”, nato nel 2016 con la volontà di promuovere una maggiore conoscenza sul valore delle risorse naturali e sulle problematiche connesse al loro sfruttamento indiscriminato. Dal progetto iniziale si sono sviluppate negli anni diverse proposte rivolte sia al mondo della scuola, con attività di alternanza scuola lavoro-PCTO, sia alla cittadinanza, con mostre e momenti di incontri con esperti/e.

Con l’obiettivo di allacciare relazioni con i diversi visitatori/trici attraverso il racconto, il Museo ha sperimentato anche il racconto teatrale come opportunità di promozione reale del patrimonio museale attraverso la performance inedita “Polvere di stelle. Racconto di quattro meteore”, ispirata al Meteorite di Albareto caduto nei pressi di Modena nel 1766 ed oggi reperto importantissimo della collezione storica di Meteoriti presenti presso il Museo Gemma. La rappresentazione ha debuttato all’interno del Festival Filosofia 2019, dedicato al tema della persona, raccogliendo un inaspettato successo e attenzione da parte del pubblico.

Educare al paesaggio per educare al territorio” è un altro tema sul quale il Museo Gemma insieme al Dipartimento promuove da anni iniziative e incontri, per aprire un dialogo sui valori che il paesaggio racchiude in termini di cittadinanza, identità, memoria. A partire dal pluripremiato progetto “Racconti di pietra”, che dal 2009, per oltre cinque anni, ha visto gli studenti/esse di diversi Istituti superiori accompagnare i cittadini in passeggiate narrative attraverso il patrimonio cittadino raccontato da diversi punti di vista.

Tutte le attività del Museo Gemma partono dalla consapevolezza dell’importante contributo che i musei scientifici danno da sempre alla diffusione della cultura scientifica.

Di recente l’impegno del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche nel comunicare la Scienza è stato assunto nella istituzione di un nuovo corso di laurea, quello in “Didattica e Comunicazione delle Scienze” (“Science for Education”) – S4EDU. Si tratta di una laurea magistrale biennale decisamente innovativa che affianca alla conoscenza dei sistemi naturali le più efficaci competenze di comunicazione delle Scienze. Il corso, avviato da Unimore nell’Anno Academico 2019/20 e presieduto dalla Prof.ssa Annalisa Ferretti, vuole formare laureati e laureate multitasking, in grado di affiancare ad una solida base culturale anche l’acquisizione di competenze specifiche delle metodologie di comunicazione e divulgazione delle Scienze.

 S4EDU, naturale completamento della laurea triennale in Scienze Naturali, ammette anche laureati/e con differente formazione scientifica, interessati/e a proseguire gli studi in una direzione di comprensione integrata e di comunicazione delle scienze, che si rivelerà particolarmente efficace per quanti/e decideranno di intraprendere l’insegnamento.

Il percorso, che già nel suo primo anno di attivazione ha riscosso un grande successo, visto l’elevato numero di domande di iscrizione ricevute, è stato costruito assieme a diverse realtà che ruotano attorno al mondo della comunicazione e della didattica scientifica: dal MUSE, il Museo delle Scienze di Trento, ai Musei di Modena e Reggio Emilia, incluso il Museo Gemma, per arrivare alla Fondazione Golinelli di Bologna, a rappresentanti della divulgazione scientifica (Zanichelli Editore, Alkémica di Mantova, GAME Science Research Center), ai Provveditorati e Comuni di Modena e Reggio Emilia e a numerosi insegnanti della Scuola Secondaria di primo e secondo grado.

Il percorso di S4EDU è costituito da tre momenti distinti di formazione.

In una prima fase (learning), accanto al consolidamento delle conoscenze matematiche per le Scienze, si esplora con un approccio interdisciplinare il problema del cambiamento climatico e si approfondiscono tematiche di bioscienze, geoscienze e di chimica.

Successivamente una scelta guidata tra differenti blocchi di insegnamenti garantisce l’acquisizione di efficaci metodologie e tecnologie di comunicazione scientifica e digitale (communicating).

È quindi previsto, nella terza fase, lo svolgimento di un gruppo di attività utili all’inserimento nel mondo del lavoro (practice) mediante un tirocinio presso un centro di analisi naturalistica, una scuola, un centro di comunicazione/divulgazione/ricerca in stretta sinergia con la prova finale. È previsto anche il perfezionamento della conoscenza della lingua inglese, per implementare l’abilità nella comunicazione scientifica in un contesto internazionale.

S4EDU, che vedrà i suoi primi laureati e laureate magistrali nel 2020/21, poggia in modo paritario sulle due sedi di Unimore, Modena e Reggio Emilia.

Con le varie attività si è anche andati oltre l’ambito strettamente accademico. La sinergia con il MUSE, a cui è stato affidato l’insegnamento di “Metodi e Strumenti della Comunicazione Scientifica”, affidato al Prof. Massimo Bernardi, ha prodotto il ciclo di incontri “Comunicare la Scienza in modo partecipato 2.0”, rivolto in particolar modo agli insegnanti. Si tratta di tre eventi, svolti in remoto tra novembre e dicembre 2020, che hanno spaziato dalle mostre come contesti di istruzione informale, al ruolo dei musei stessi nella educazione, fino alla Citizen Science. Un ulteriore ultimo incontro, sulla comunicazione dei rischi naturali, tra natura, scienza e società, si terrà sempre da remoto il 19 gennaio 2021.

Assieme ai Musei Civici di Reggio Emilia, il corso S4EDU ha contribuito infine alla realizzazione di progetti di Didattica Diffusa, per assicurare continuità formativa, socialità e nuove esperienze di apprendimento in un momento in cui stiamo adottando e sperimentando, per necessità, modalità di comunicazione alternativa.

Comunicare la scienza: le iniziative del Dip. di Scienze Chimiche e Geologiche