> FocusUnimore > numero 13 – marzo 2021

Sin dall’atto della sua fondazione, il CRID – Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e vulnerabilità di Unimore (www.crid.unimore.it), diretto dal Prof. Gianfrancesco Zanetti (ordinario di Filosofia del diritto presso il Dip. di Giurisprudenza), conduce, in collaborazione con le istituzioni del territorio e i mondi dell’associazionismo, una serie di progetti e attività di carattere formativo dedicate al tema del contrasto alle diseguaglianze di genere e alla promozione della parità tra i sessi.

In particolare, per il quarto anno consecutivo, nell’a.a. 2020/2021 il Centro ha curato il monitoraggio, l’analisi e la valutazione del Progetto “Educare alle differenze per promuovere la cittadinanza di genere”, finanziato dalla Legge regionale dell’Emilia-Romagna 6/2014.

Il progetto è promosso dal Comune di Modena in collaborazione con una rete composta da diverse associazioni ed enti partner che lavorano per le pari opportunità e contro le discriminazioni di genere: Centro Documentazione Donna; Gruppo Donne e Giustizia, Casa delle Donne contro la Violenza; UDI (Unione Donne Italiane); Donne in Centro, Associazione Peso Specifico, Centro Attività Psicosomatiche, Artisti Drama Teatro, AUSL di Modena, CPO-CUP (Commissione per le Pari Opportunità del Comitato Unitario delle Professioni della Provincia di Modena).

Il progetto si compone di differenti Laboratori formativi che vengono realizzati nelle scuole di diverso ordine e grado del territorio modenese.

Compito specifico del Centro è quello di realizzare focus-group e rilevazioni di carattere qualitativo al fine di produrre un Report (a questo link https://www.crid.unimore.it/site/home/progetti/percorsi-della-parita/articolo1065035325.html quelli realizzati sino ad oggi; l’edizione 2020/2021 è in corso di realizzazione) in grado di misurare l’impatto e l’efficacia dei Laboratori stessi.

Nelle precedenti edizioni del progetto, i riscontri elaborati hanno evidenziato un alto gradimento delle iniziative realizzate, che hanno coinvolto ad oggi, complessivamente, oltre 3500 studenti e studentesse. In particolare, nell’anno 2021, l’87,89% dei ragazzi e ragazze intervistati ha dichiarato di aver apprezzato i Laboratori (il 40,98% li ha apprezzati molto). L’84,53% del campione dichiarava, inoltre, di essersi trovato bene o molto bene con le formatrici, mentre complessivamente il 78,09% dei rispondenti ha rilasciato un giudizio positivo all’esperienza.

Nell’edizione 2018, quando il monitoraggio è stato svolto mediante una doppia survey (precedente e successiva ai Laboratori), il 92,97% ha dato un giudizio positivo all’esperienza (su un campione di 310 maschi e 285 femmine).

Nell’edizione 2019, un giudizio complessivamente positivo sull’esperienza è stato confermato mentre è stato allargato lo spettro dei soggetti coinvolti attivamente mediante l’inclusione della figura-chiave dell’insegnante.

Anche l’edizione 2020/2021 dedica particolare attenzione alla figura e al ruolo dell’insegnante, inteso come co-protagonista dell’esperienza laboratoriale e formativa.

Si è, inoltre, deciso di esaminare con particolare premura l’impatto della formazione a distanza, alla quale si è accompagnata una rilevazione volta a registrarne gli effetti sui nuovi divari digitali di genere, sulle forme della violenza contro donne e ragazze in rete, sui discorsi d’odio, sulla prevenzione nei confronti di molestie e cyberbullismo e, più ampiamente, sul corretto utilizzo dei social media.

Com’è noto, infatti, la scuola è stata tra le prime istituzioni colpite dall’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, in particolare nei territori del nord Italia dove si sono registrati i primi casi di contagio accertati e fornisce un osservatorio peculiare per analizzare alcuni effetti della pandemia sulle giovani generazioni.

Durante i mesi di lockdown nella primavera 2020 e nelle successive fasi dell’emergenza, studenti e studentesse di ogni ordine e grado, docenti e dirigenti scolastici hanno dovuto sperimentare pratiche didattiche nuove, in molti casi con difficoltà, diffidenze e riserve. Le tecnologie hanno fornito supporti e risposte, ma è mancato il tempo di una riflessione approfondita sul rapporto tra specifiche esigenze e bisogni educativi (differenziati), potenzialità tecnologiche, metodi didattici efficaci, metodologie di valutazione e adeguato supporto tecnico-didattico.

Peraltro, è indubbio che l’impatto dell’emergenza è stato particolarmente gravoso per le famiglie con figli in età scolare, se si pensa che il 33,8% dei nuclei familiari non possiede computer o tablet domestici, e che oltre un quarto della popolazione italiana vive in condizioni di sovraffollamento abitativo (una quota che sale al 41,9% tra i minori). Inoltre, due adolescenti su tre hanno competenze digitali basse o di base (fonte Istat, https://www.istat.it/it/ archivio/240949).

Tali condizioni di povertà educativa si sommano alle difficoltà, ancora vigenti, di docenti e dirigenti scolastici, legate all’obsolescenza della loro formazione nella realtà che cambia. In tempo di pandemia, tutti questi fattori rischiano di inasprire irrimediabilmente i già profondi divari di genere, ma anche socio-economici, generazionali, informazionali tra studenti e studentesse.

Un altro progetto promosso dal CRID, e segnatamente dal Laboratorio “Discriminazioni e Vulnerabilità” è stato costituito dal progetto FAR Public engagement “Pillole di parità. Itinerari dell’eguaglianza di genere nell’ordinamento giuridico italiano dall’Unità d’Italia al Covid-19”.

Nell’ambito del Progetto, sono state realizzati sei brevi filmati divulgativi (cd. “pillole di parità”) volti ad illustrare alcune “tappe” della parità di genere nell’ordinamento giuridico italiano.

I filmati – reperibili a questo link https://www.crid.unimore.it/site/home/progetti/percorsi-della-parita/pillole-di-parita.html – sono stati utilizzati come strumenti di didattica innovativa nel corso di Laboratori, progetti e attività di orientamento con varie scuole del territorio modenese e reggiano.

La finalità del progetto è quella di offrire a istituzioni, associazioni e scuole strumenti operativi per l’insegnamento delle principali tappe verso la parità di genere in Italia.

Si tratta di nozioni che rientrano nelle competenze chiave per l’apprendimento permanente (cfr. Raccomandazione 2006/962/CE) e che riguardano, in particolare, l’asse sociale e civico ovvero la promozione della cittadinanza attiva, l’inclusione sociale, l’occupazione (cfr. 2006/692/CE-Allegato).

Più nel dettaglio, le sei video-lezioni sono state dedicate a: il cammino verso la Costituzione Repubblicana, dall’Unità d’Italia al 1948 (in collaborazione con il Centro Documentazione Donna di Modena, a cura della Dr.ssa Natascia Corsini); la questione dell’accesso alle professioni, tra gli anni ’60 e ‘70 (Prof. Thomas Casadei, CRID-Unimore); la riforma del diritto di famiglia e i cambiamenti degli anni ‘70 (Dr.ssa Chiara Angiolini, Univ. di Trento); il Codice penale e l’abolizione del delitto d’onore (Dr.ssa Serena Vantin, CRID-Unimore); la Convenzione di Istanbul e le fonti internazionali (Dr.ssa Serena Vantin, CRID-Unimore); il lavoro di cura all’epoca della pandemia (Dr.ssa Chiara Magneschi, Univ. di Pisa).

Il percorso – spiega la Dr.ssa Serena Vantin, coordinatrice di questo progetto – è stato proposto, mediante specifici Seminari formativi, in alcune scuole del territorio come il Liceo Classico Muratori-San Carlo di Modena e il Liceo delle Scienze Umane “C. Sigonio” di Modena.

L’alto gradimento e l’entusiasmo manifestato da studenti e insegnanti rispetto a questi temi mostra che le questioni della parità restano centrali di generazione in generazione, e rappresentano un asse di impegno al quale nessuna istituzione formativa può sottrarsi: dai mondi della scuola all’Università”.

Il CRID – Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e vulnerabilità – diretto dal Prof. Gianfrancesco Zanetti – porta avanti diversi percorsi in tema di parità che vedono in primo piano il lavoro diversi componenti della Giunta e del Consiglio scientifico del Centro, come la Prof.ssa Tindara Addabbo, la Prof.ssa Claudia Canali, il Prof. Thomas Casadei, nonché di studiose esperte di queste tematiche come la Dr.ssa Serena Vantin, ricercatrice assegnista presso il Dip. di Giurisprudenza di Unimore.

Oltre ai progetti “Educare alle differenze” e “Pillole di parità. Itinerari dell’eguaglianza di genere nell’ordinamento giuridico italiano dall’Unità d’Italia al Covid-19” vanno menzionati il Progetto di formazione-azione rivolto alla cittadinanza “Per un alfabeto della parità” (nell’ambito del quale sono state affrontate negli anni tematiche quali il lavoro, la cura, il contrasto agli stereotipi di genere, il divario digitale tra i sessi, ecc.), il Progetto “I diritti delle donne tra cultura, migrazione, integrazione e identità”, realizzato in collaborazione con il Comune di Forlì (dedicato a tematiche quali le condizioni delle donne migranti, il lavoro di cura, il contrasto alla violenza domestica e di genere, con particolare riguardo anche quella mediante la rete), e infine il Progetto “Senza chiedere permesso” realizzato insieme al Comune di Modena e finalizzato a promuove misure innovative di welfare aziendale e di sostegno al lavoro professionale femminile.

Per un quadro di riepilogo dei vari progetti: https://www.crid.unimore.it/site/home/archivio-progetti/articolo1065057459.html

La parità di genere si impara a scuola. Il punto su alcuni progetti educativi a cura del CRID