> FocusUnimore > numero 28 – luglio 2022

PhD School in Humanities
The PhD in Humanities trains qualified researchers in the areas of linguistic analysis, narrative theory, modern and contemporary history and philosophy, pedagogy and didactics, education and intercultural communication. Four curricula are offered by the school: linguistic-literary studies, historical-philosophical and social studies, theories and methods of intercultural education, digital humanities and digital communication. It involves in particular professors from two departments, Linguistic and Cultural Studies and Education and Humanities, professors from other Unimore departments and 15 experts from universities in various foreign countries such as: United States, Great Britain, France, Spain, Germany, Lithuania, Sweden, Finland, China. The didactic activity of the PhD programme focuses on research skills, communication skills, IT and statistical resources for humanistic research, research methodology in the humanities and social sciences through a cycle of seminars and conferences and the Summer school on Digital Humanties and Digital Communication with the participation of international lecturers. PhD graduates will be able to find professional outlets as scholars of learning processes, the development and management of projects or programmes relating to linguistic and cultural translation/mediation, the creation of tools for language services, activities more specifically linked to cooperation, scientific journalism, the educational sphere in the perspective of lifelong learning, research into social, historical and philosophical problems, and the creation of professionals working in the cultural heritage sector.

Il Dottorato di Ricerca in Scienze Umanistiche forma ricercatori qualificati nelle aree della analisi linguistica, della teoria della narrazione, della storia e della filosofia moderna e contemporanea, della pedagogia e della didattica, dell’educazione e della comunicazione interculturale. 

Sono 4 i curricula proposti dalla scuola

Studi linguistico-letterari,studi storico-filosofici e sociali, teorie e metodi dell’educazione interculturale, digital humanities e comunicazione digitale.

Studi linguistico-letterari: 

Il curriculum di studi linguistico-letterari promuove un’alta formazione alla ricerca su aspetti (inter)linguistici e (inter)culturali correlati a diversi ambiti disciplinari. Le aree linguistico-culturali di specializzazione del corso sono: francese, inglese, italiano, spagnolo, tedesco. In prospettiva di studi linguistici, ci si rivolge in particolare agli aspetti della comunicazione specialistica (accademica e professionale: aziendale, amministrativa, scientifica, pubblica), alle tematiche della traduzione e della mediazione interlinguistica, alla fraseologia e alla terminologia, al rapporto fra linguaggio, sesso e genere, linguaggio e inclusione e al linguaggio della trasparenza, anche in prospettiva educativa. In ambito letterario-culturale, ci si rivolge in particolare alla narrativa e alla narratologia, alle letterature postcoloniali e della diaspora, a nuove forme di testualità, alla traduzione letteraria, alla letteratura italiana e comparata anche in prospettiva educativa per la formazione accademica e professionale.  

Studi storico-filosofici: 

Il curriculum di studi storico-filosofici promuove un’alta formazione alla ricerca su aspetti e problemi della ricerca storica e filosofica. Nella prospettiva filosofica, interessano in particolare temi quali: etica e scienza, conoscenza speculativa e pratica, normatività, agency linguistica, epistemica e pratica; fiducia; varietà e problemi dell’agire collettivo; filosofia della tecnica; storia della filosofia. In prospettiva storica, ci si rivolge in particolare ai temi della sovranità dall’età moderna e contemporanea, alla formazione delle nazioni, ai diversi nazionalismi, ai rapporti tra Chiesa e modernità, anche nella prospettiva digitale.  

Teorie e metodi dell’educazione interculturale:
Il curriculum di teorie e metodi dell’educazione interculturale assume il fenomeno migratorio promuovendo un’alta formazione alla ricerca (soprattutto) educativa su aspetti e problemi interdisciplinari in prospettiva interculturale. Saranno particolarmente trattati progetti per l’inclusione, con riguardo a strumenti di analisi e strategie di intervento riferibili a identità e relazioni di genere e generazionali, famiglia, scuola, agenzie educative extrascolastiche e lavoro. Nell’ambito di questo percorso, gli studi sociali si occupano principalmente dell’interazione e dell’uso del linguaggio nei contesti educativi.  

Digital humanities e comunicazione digitale :
Il curriculum di studi su digital humanities e comunicazione digitale promuove un’alta formazione alla ricerca su aspetti (inter)disciplinari correlati ai diversi aspetti dell’umanistica digitale e della comunicazione digitale: valorizzazione del patrimonio culturale, costruzione e implementazione di banchedati digitali, aspetti e problemi della comunicazione digitale, risorse e strumenti digitali per gli studi umanistici, editoria digitale, tematiche relative alle imprese culturali digitali e alle imprese culturali creative. È inoltre aperto alle varie forme di interazione culturale che sono veicolate o prodotte dai processi di dematerializzazione e digitalizzazione.  

Il collegio docenti vede una molteplicità di competenze prevalentemente su due Dipartimenti: Studi Linguistici e Culturali e Educazione e Scienze Umane, ma sono presenti anche docenti di altri Dipartimenti quali: Chirurgico, Medico, Odontoiatrico e di Scienze Morfologiche con Interesse Trapiantologico, Oncologico e di Medicina Rigenerativa –  Chimomo; Comunicazione ed Economia – DCE; Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze e di altre sedi con 15 esperti di Università di diversi paesi stranieri quali: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Germania, Lituania, Svezia, Finlandia, Cina. 

L’attività didattica del Dottorato si articola in competenze metodologiche e generali di ricerca, competenze trasversali, abilità comunicative, risorse informatiche e statistiche per la ricerca umanistica, metodologia della ricerca nelle scienze umane e sociali attraverso ciclo di seminari e convegni di approfondimento e la Summer school su temi di Digital Humanties e Digital Communication che  vede la partecipazione di docenti di livello internazionale e  accoglie anche  studenti provenienti da diverse università italiane e straniere. L’intenzione è di approfondire ogni anno tematiche diverse, aiutando i/le dottorandi/e a operare in contesti collaborativi internazionali. Si sono intensificate sempre più le collaborazioni con laboratori stranieri, in particolare con membri permanenti del comitato scientifico (Naomi Baron, American University Washington, USA e Massimo Riva, Brown University Providence, USA) e nel tempo con Zaragoza, Paris Cergy e TU Darmstadt.


Le competenze acquisite consentono di elaborare, gestire e comunicare progetti di natura applicata, relativi alla traduzione/mediazione linguistico-culturale e alla realizzazione di strumenti per i servizi linguistici (dizionari, corpora, banche dati terminologiche, ecc.), alla comunicazione professionale, ai processi e alle pratiche educative, alle attività culturali o alla ricerca teorico-empirica su problemi sociali, storici, filosofici. Per le Digital Humanities, le competenze acquisite andranno dalla elaborazione di risorse per la ricerca umanistica (archivi digitali, banche dati e corpora), allo sviluppo ed impiego di nuove tecnologie informatiche per l’analisi di dati e la comunicazione multimodale e multimediale, agli studi sulla comunicazione nei nuovi media e su nuove modalità di accesso ai saperi.

I dottori di ricerca in Scienze Umanistiche – afferma la prof.ssa Marina Bondi Direttrice della Scuola di Dottorato in Scienze Umanistiche di Unimore –  potranno inserirsi in attività culturali e sociali, pubbliche e private, in Italia e all’estero, nell’ambito della ricerca accademica, nel settore della scuola, dell’editoria, della comunicazione pubblica e d’impresa, della gestione dei circuiti museali”.

In particolare, i dottorati potranno trovare sbocchi professionali come studiosi dei processi legati all’apprendimento (nonché alla diagnosi e alla terapia di disturbi cognitivi o procedurali), alla elaborazione e gestione di progetti o programmi relativi alla traduzione/mediazione linguistico-culturale (nell’editoria e nelle aziende internazionali), alle attività culturali (nelle istituzioni pubbliche o private), alla realizzazione di strumenti per i servizi linguistici, alle attività legate più specificamente alla cooperazione, al giornalismo scientifico, all’ambito educativo nella prospettiva dell’apprendimento nelle differenti età della vita (lifelong learning), alla ricerca teorico-empirica su problemi sociali, storici, filosofici, infine alla costituzione di professionalità che possano operare nel settore del patrimonio culturale, ad esempio presso musei, soprintendenze, istituzioni pubbliche e private, Fondazioni, associazioni, mentre l’analisi dei processi formativi e educativi darà luogo a figure professionali competenti a risolvere problemi di prevenzione-recupero, integrazione e interculturali.

Per il XXXVIII ciclo sono previsti

12 posti con borsa

3 senza borsa

1 con borsa di stato estero

1 senza borsa con laurea in stato estero

3 sul PNRR con periodo di servizio nella pubblica amministrazione (regione ER)

Il Centro DHMoRe e la digitalizzazione dell’archivio storico della Fondazione Collegio San Carlo

Il Centro di ricerca interdipartimentale sulle Digital Humanities di Unimore (DHMoRe) ha preso parte al progetto di digitalizzazione dell’archivio storico della Fondazione Collegio San Carlo di Modena, attraverso “Lodovico”, la piattaforma digitale realizzata dal Centro nel 2020, dedicata al patrimonio culturale di biblioteche e archivi storici, con un’apertura al patrimonio collezionistico museale.

“La digital library Lodovico accoglie al proprio interno documenti storici differenti per tipologia, epoca e istituto conservatore – commenta Lorenzo Ferrari, assegnista del DHMoRe -. Tutti gli oggetti presenti in Lodovico sono descritti secondo uno schema di catalogazione condiviso: in questo modo, i dati possono essere messi in relazione tra di loro, generando connessioni tra patrimoni culturali diversi. Per quanto riguarda la Fondazione Collegio San Carlo, con la quale collaboriamo da un anno, sono già consultabili online alcune cronache stilate dai segretari e dai rettori dell’istituzione, nonché il carteggio del rettore e scienziato Bonaventura Corti”.
Il patrimonio culturale, sempre più disponibile in modalità open access, riordinato, raccontato attraverso una rete di rimandi interni e di nuovi contenuti culturali ha come obiettivo l’avvicinamento di un pubblico sempre più vasto, anche di non specialisti. L’azienda Hyperborea, specializzata in software di gestione documentale, ha dedicato al successo del progetto un approfondimento rivolto ai propri partner e clienti: https://www.hyperborea.com/successi-il-patrimonio-connesso/

“La Fondazione Collegio San Carlo– racconta Chiara Albonico, curatrice del patrimonio antico della Fondazione – conserva il patrimonio dell’antico Collegio dei Nobili di Modena, aperto nel 1626 e tuttora vivo e operante, e della Congregazione della Beata Vergine e di San Carlo che ne ha guidato l’attività per secoli. All’interno della porzione storica dell’archivio sono presenti documenti datati fra il Cinquecento e il 1980. Queste carte costituiscono la base per leggere e comprendere la storia delle due istituzioni ma anche della città di Modena nel suo complesso: una finestra su una storia condivisa che, grazie alle Digital Humanities, possiamo rendere pubblica, restituendola ai cittadini”. L’archivio di una istituzione come l’ex Collegio dei Nobili fornisce anche alcune chiavi di lettura per comprendere la storia del patrimonio storico e artistico, costituito da circa 4000 opere prevalentemente di età barocca, commissionate o prodotte da artisti che hanno lavorato anche per i Duchi d’Este o per i maggiori committenti di ciascuna epoca. Un motivo in più per correlare documenti, opere d’arte, biografie.
Per consultare la biblioteca digitale della Fondazione San Carlo: https://bibliotecadigitale.fondazionesancarlo.it/ 

Il “B1 di Ateneo” al passo coi tempi: dall’aula tradizionale al blended learning
Il Centro Linguistico di Ateneo (CLA) ha ridefinito la propria offerta formativa per i corsi di inglese “B1 di Ateneo” relativi alle abilità ricettive (comprensione orale e scritta), con l’obiettivo di aumentare la fruibilità dei percorsi di apprendimento da parte degli studenti e delle studentesse e incidere positivamente sulla loro preparazione in vista dell’esame finale, ottimizzando allo stesso tempo le risorse stanziate per l’erogazione della formazione. Per ovviare ad una serie di problematiche, che vanno dall’abbandono dei corsi alla scarsa partecipazione, dovuta spesso motivazioni di carattere logistico – visto gli studenti e le studentesse provengono da Dipartimenti e Corsi di Laurea differenti, con diverse sedi e diversi orari settimanali – il CLA propone di eliminare la separazione tra i corsi in aula con docente e il corso online, operando un’integrazione strutturale tra le due modalità di lavoro. In quest’ottica, il corso online non è più uno strumento di libero utilizzo da parte dello studente, in aggiunta o in sostituzione, in modalità di autoapprendimento puro, ai corsi in aula con docente; ma diventa piuttosto lo snodo fondamentale dell’offerta formativa, configurandosi come struttura primaria del percorso di apprendimento, caratterizzata da vincoli temporali e organizzativi precisi che da un lato riducono il grado di libertà dello studente nella fruizione dei contenuti, ma dall’altro spingono verso un apprendimento più guidato e meno dispersivo.
All’inizio e per le prime due settimane di corso sarà visibile solamente il primo pacchetto di tre unità (unità 1-2-3); dopo ogni workshop, si procederà a disattivare le tre unità precedenti e a sbloccare le tre unità successive. Durante le due settimane di utilizzo di ciascun gruppo di unità, gli studenti e le studentesse possono svolgere le attività previste 24 ore su 24, 7 giorni su 7, con il ritmo che preferiscono, e dedicando ad esse la quantità di tempo che ritengono necessaria e/o che hanno a disposizione. Nelle stesse due settimane, deve essere completato anche il test progressivo previsto. Si potrà prevedere una settimana di recupero al termine del corso, durante la quale potranno essere consultate tutte le unità online per permettere agli studenti di recuperare o ripassare gli argomenti eventualmente trascurati. La durata di ciascun corso sarà di 10 settimane, ed includerà 5 workshop di 3 ore ciascuno, in presenza, per un totale di 15 ore frontali. Saranno previste tre edizioni del corso per ogni anno accademico, in partenza indicativamente a gennaio, aprile/maggio e settembre/ottobre. La frequenza ai workshop in aula non è obbligatoria, ma fortemente consigliata. Il corso è aperto a tutti gli studenti e le studentesse dei CdS coinvolti nel progetto “B1 di Ateneo” che abbiano il desiderio o l’esigenza di frequentarlo. La frequenza del corso diventerà obbligatoria nel caso in cui l’esame curricolare “B1 di Ateneo” non venga superato per due volte all’interno di uno stesso anno accademico. Le iscrizioni ad ogni edizione del corso si apriranno su Moodle (nell’area riservata al CLA) per una settimana circa prima dell’inizio del corso. Tutte le informazioni saranno disponibili sul sito del CLA > corsi di lingue > inglese B1 di Ateneo.

Scuola di dottorato in Scienze Umanistiche