> FocusUnimore > numero 14 – aprile 2021

Cosa significa lavorare in biblioteca oggi? In particolare, cosa significa lavorare nelle biblioteche accademiche come le biblioteche Unimore? Come è cambiato il lavoro di tante bibliotecarie e bibliotecari negli ultimi anni?

La biblioteca è stata per molto tempo identificata in un edificio: un luogo dove si conservano e si mettono a disposizione documenti ancorati ad un supporto fisico (carta, DVD) e dove avviene un incontro fra le informazioni in essi contenute e i bisogni informativi dei fruitori e fruitrici che li consultano o prendono in prestito.

Documenti e loro acquisto, descrizione, reperibilità, scambio, disseminazione, comunicazione, consultazione, prestito, interprestito e conservazione hanno rappresentato e continuano a rappresentare il cuore delle attività di una biblioteca, insieme ovviamente agli aspetti organizzativi di gestione del personale, delle risorse economiche e delle relazioni esterne.

Cosa è cambiato dunque?

Innanzitutto la presenza di un Sistema Bibliotecario ha consentito ai bibliotecari di fare rete, centralizzando o condividendo molte attività comuni, evitando di duplicare gli sforzi e concentrandosi di conseguenza sui servizi più specializzati dal punto di vista disciplinare.

Molto, per non dire tutto, se poi consideriamo che l’innovazione tecnologica, l’uso di Internet e soprattutto la digitalizzazione dei documenti stanno trasformando profondamente il mondo dell’informazione e impattano quindi anche sul lavoro bibliotecario.

Nella gestione dei documenti l’informatizzazione e l’uso di Internet da diverso tempo consentono ai bibliotecari e alle bibliotecarie di fare una catalogazione partecipata, condividendo regole e standard fra i vari Poli del Sistema Bibliotecario Nazionale, mentre la creazione conseguente di OPAC (Online Public Access Catalogue), disponibile sul web, permette agli utenti di accedere facilmente a tutte le opere contenute,  di controllarne la disponibilità e di effettuare una prenotazione in tempo reale.

Ma il vero cambiamento consiste nella digitalizzazione dei documenti stessi. Le biblioteche hanno ormai un patrimonio che è sempre più in formato elettronico e da “fornitrici di documenti” stanno diventando “fornitrici di accesso”.

Il lavoro di conseguenza non si svolge più esclusivamente “in” biblioteca ma può essere svolto anche “al di fuori” della biblioteca, perché le risorse e gli utenti non sono più contenuti nel solo spazio fisico della biblioteca.

Selezionare le risorse elettroniche, stabilirne il budget d’acquisto, definire i contratti  e le modalità d’uso con i fornitori, essere in grado di effettuare ricerche all’interno di tali risorse, istruire gli utenti sulle modalità di accesso a periodici elettronici e banche dati e formarli ad una corretta ed efficace ricerca, avere conoscenze informatiche, imparare nuovi standard  di catalogazione, saper interpretare dati e metadati, fare statistiche d’uso, conservare il digitale, conoscere la bibliometria,  promuovere l’archiviazione open access dei risultati della ricerca istituzionale, fornire i dati per la valutazione ministeriale della ricerca: tutto questo e altro ancora rientra ormai nella “cassetta degli attrezzi” dei bibliotecari e delle bibliotecarie. Non solo prestito e consultazione di materiali conservati in sede dunque, ma servizi e risorse inserite in uno spazio virtuale che si allarga sempre più e che richiede competenze diverse da quelle tradizionali. I bibliotecari e le bibliotecarie UniMoRe hanno dovuto dunque aggiornare i propri strumenti e sempre più dovranno formarsi per tenere il passo coi tempi. 

È cambiato sostanzialmente il rapporto con gli utenti, siano essi studenti e studentesse, docenti, ricercatori e ricercatrici, professionisti, cittadini e cittadine. Gli utenti infatti sono sempre più al centro delle attenzioni e delle finalità del lavoro delle biblioteche e devono poter essere raggiunti attraverso l’accesso alle risorse e attraverso le competenze che loro si offrono.

Per questo motivo per gli utenti nelle biblioteche Unimore si sono avviati corsi di Information Literacy, si sono attivati servizi di consulenza su appuntamento e di reference sia in presenza sia a distanza.

Per il reperimento delle risorse si sono dotate del discovery tool “One click”, uno strumento che funziona come un motore di ricerca e che consente di accedere a tutte le risorse bibliografiche dell’Ateneo (libri, articoli e periodici sia in formato cartaceo che elettronico), oltre alle numerose risorse fornite dal produttore del discovery e a quelle disponibili in linea ad accesso aperto.

Nell’ultimo anno, vista l’impossibilità di accedere per alcuni periodi agli spazi fisici delle biblioteche per la pandemia, si sono intensificati gli acquisti di ebooks e si sono implementate le forniture di articoli e parti di libro tramite il servizio Nilde, gestito in modo cooperativo e gratuito fra biblioteche nazionali ed estere. Inoltre si è posta una particolare attenzione alla comunicazione tramite la cura dei siti web e degli strumenti social (le pagine Facebook delle singole biblioteche e la pagina Instagram del Servizio Bibliotecario di Ateneo).

Per sostenere i bisogni di docenti, ricercatrici e ricercatori è attivo dal 2013, presso il Sistema Bibliotecario di Ateneo, l’Ufficio bibliometrico, che si occupa di analisi e consulenza bibliometrica a supporto delle attività di valutazione della qualità della ricerca svolte dall’Ateneo e che gestisce IRIS, l’archivio istituzionale della ricerca, fonte principale dei dati per le procedure  di valutazione e al contempo strumento per la disseminazione ad accesso aperto delle pubblicazioni scientifiche dell’Ateneo.

Infine bibliotecarie e bibliotecari sono impegnati, oltre il supporto alla ricerca e alla didattica,  nella cosiddetta “terza missione”: il trasferimento dei risultati della ricerca al di fuori del mondo accademico e l’apertura  al contesto socio-economico, secondo quanto previsto dall’ANVUR.   

Questo nuovo obiettivo è perseguito valorizzando e rendendo accessibili fondi antichi, speciali e archivistici, organizzando eventi, incontri, seminari, presentazioni di libri, mostre, iniziative insieme ad altre biblioteche, stipulando accordi e convenzioni su cataloghi e risorse condivise, supportando l’open access e l’open science, partecipando a open day, giornate di orientamento e accoglienza, facilitando l’accesso agli studenti e studentesse con disabilità, attivando Erasmus staff training con bibliotecari stranieri, lavorando per i progetti di orientamento con le scuole, collaborando con le biblioteche penitenziarie e altre realtà.

Quello sviluppato è dunque un lavoro vasto e complesso che si svolge dentro e fuori lo spazio fisico della biblioteca, in concomitanza con i profondi cambiamenti che stanno investendo l’Università e la nostra società nel suo insieme.

Lavoro e biblioteche: what’s new?